È qui la festa ?
Alla Juve basta un punto per l’ottavo scudetto di fila ma l’eliminazione dalla Champions pesa sul morale Gesto di Ronaldo in un video: abbiamo avuto paura Allegri: «Folle non festeggiare». Giallo Mandzukic
Paura di vincere. Di giocarsela. E anche di festeggiare. La Juventus e il suo popolo hanno l’animo in subbuglio. Basta un punto contro la Fiorentina per festeggiare un traguardo che proietta i bianconeri nella leggenda e anche oltre: otto scudetti di fila non li ha vinti nessuno in Europa (il Lione si fermò a 7 a inizio millennio), figuriamoci in Italia. E quando i nipoti degli uomini che hanno scritto questa impresa entreranno nello Stadium del futuro sentiranno il peso di questa storia come qualcosa di difficilmente ripetibile.
Ma il peso dell’attualità racconta di una festa che rischia di essere in tono minore, perché l’eliminazione dalla Champions non è stata ancora metabolizzata. Non a caso Massimiliano Allegri, tra una frecciata e l’altra ai critici, lo ripete: «Sarebbe da folli non festeggiare». Il messaggio è ai tifosi, ma anche ai giocatori: «Godiamoci questa giornata».
Le ferite non sono ancora rimarginate e il video diffuso ieri via social di Ronaldo e del suo gesto inequivocabile a fine partita con la mano come a dire «ce la siamo fatta sotto» è un esempio di critica interna di cui Allegri non può non tenere conto. Anche perché Cristiano aveva già detto «io non faccio miracoli», lamentando una solitudine in attacco che è diventata insostenibile nelle partite decisive. Ma Max dribbla le domande sul tema con l’agilità di quando giocava: «Parlare ora della Champions non serve più, poi se vogliamo fare chiacchiere da bar stiamo qui tre ore. Ronaldo è il futuro della Juventus, ha fatto un grande campionato e lo farà anche l’anno prossimo. È sereno e tranquillo, poi come è deluso lui lo siamo tutti, perché siamo usciti da una competizione in cui pensavamo di vincere».
La delusione nasce anche dal «modo» in cui la Juve è stata eliminata e a molti il video di Ronaldo ha ricordato il labiale di Tevez di quattro anni fa, contro Allegri che lo aveva appena sostituito. In quel doppio confronto di semifinale col Real Madrid però la Juve vinse ed è rimasta l’unica squadra in cinque anni di dominio spagnolo a estromettere le merengues (e Ronaldo...) dalla finale di Champions. Ma resta il fatto che la «paura» di giocarsela in Europa spesso non paga. A meno che uno non scelga esattamente la via opposta. Come ha sottolineato ieri José Mourinho, che nel 2017 ha sconfitto l’ajax in finale di Europa League: «Affrontarla cercando di giocare a calcio è rischioso. Noi abbiamo vinto con palle lunghe e gioco fisico...».
Ma se l’eliminazione «va accettata» e «bisogna andare avanti» come giustamente chiede Allegri, il presente e il futuro restano un tema caldo. «Iniziare la prossima stagione in scadenza? Non sia mai» chiosa Max, che per «non fare figuracce nelle prossime partite» può contare su 14/15 giocatori. L’infermeria è intasata e viene da chiedersi come avrebbe fatto la Juve a giocarsi una eventuale semifinale europea in queste condizioni. Tra operazioni in agenda (Perin alla spalla e Khedira al ginocchio) e problemi muscolari (Chiellini, Douglas Costa, Dybala, Caceres) l’infermeria non va mai in ferie.
E anche Mandzukic «difficilmente lo riavremo entro la fine della stagione». Il problema del croato sarebbe al tendine rotuleo, ma la frase di Allegri prima dell’ajax («C’erano molte probabilità che Mandzukic rimanesse fuori comunque») apre ad altri scenari. Anche perché dalla Croazia, fonti vicine al giocatore sostengono che i problemi fisici sarebbero più diplomatici che reali. Dopo la festa per lo scudetto numero 35, tra spumante e coriandoli, qualche pulizia di Pasqua bisognerà pur farla. Senza paura.
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