Vergani choc: l’azzurro positivo alla cannabis
Un Mondiale buttato. Un’immagine intaccata. Il parere unanime di chi gli sta intorno: «Indifendibile». La sua ammissione: «Ho fatto un cavolata». La cavolata, grossa, di Andrea Vergani, milanese, 21 anni, primatista italiano dei 50 stile libero in 21”37, è stata una canna di troppo in prossimità dei recenti campionati assoluti e trials mondiali di Riccione del 2-6 aprile. Un controllo effettuato da Nado Italia il 2 aprile lo ha trovato positivo alla cannabis, oltre il livello limite di 150 nanogrammi stabilito dalla Wada. Il ragazzo — tesserato per Nuotatori Milanesi e Carabinieri — è stato subito sospeso dall’attività e ora per lui si aprono due scenari: la richiesta delle controanalisi (già esclusa) oppure aspettare la sentenza del Tribunale
nazionale antidoping, che potrà variare da un minimo di 4 mesi a un massimo di 2 anni. Senza contare i provvedimenti disciplinari dell’arma. Dunque, anche in caso di squalifica minima, Andrea salterà i Mondiali in programma in Corea del Sud dal 21 al 28 luglio. Un duro colpo sia per lui che per il nuoto italiano, visto che con il 21”53 stabilito proprio a Riccione il 2 aprile, Andrea detiene il primo tempo stagionale al mondo. Aspettarsi almeno una finale a Gwangju era il minimo, la coerente progressione di una carriera in ascesa che nel 2018 gli ha fruttato un bronzo europeo nei 50 stile e uno mondiale in vasca corta nella 4x5o stile. Alla Federnuoto e alla Nuotatori Milanesi sono sconcertati e sorpresi e parlano di un errore assurdo e imperdonabile, oltretutto sapendo che a Riccione ci sarebbe stato un controllo. Un cavolata enorme, appunto, come quella che fece Michael Phelps nel 2009. «Una stupidata da ragazzino», ammette adesso Andrea. Ma le conseguenze, purtroppo per lui, saranno da grandi.