Il voto dell’irlanda che guarda alla Ue «È un momento pieno di rischi»
LONDRA Le dimissioni di Theresa May hanno raggiunto l’irlanda proprio nel giorno del voto, dando a un Paese che per popolazione è tra i più piccoli dell’unione una ragione in più per esprimersi alle urne. Il primo ministro irlandese Leo Varadkar ha parlato di un momento «pericoloso». La scelta in Gran Bretagna di un successore euroscettico potrebbe infatti significare un’uscita dall’ue senza accordo e nuovi problemi per una nazione che invece è determinata a rafforzare i legami con l’unione. «Terremo duro», ha assicurato.
Se l’esito delle votazioni è ancora incerto, non lo è invece il sentimento europeista che pervade il Paese. Dopo il Lussemburgo, l’irlanda è il membro che nutre più fiducia per le istituzioni europee (solo il 10% della popolazione ne ha un’opinione negativa). L’entrata in Europa, nel 1973, ha coinciso con una forte crescita economica e profondi cambiamenti sociali: oggi l’irlanda è un Paese con una buona qualità di vita, dove la diversità, rispetto al passato, è accettata e lo spirito religioso e tradizionale convive con i matrimoni gay e il divorzio.
Sono undici gli eurodeputati che, tra 59 candidati, il Paese ha eletto. Le previsioni indicano che quattro proverranno dal partito Fine Gael di Varadkar, schieramento conservatore liberale che nel Parlamento europeo è allineato con il Partito popolare europeo. Il secondo partito irlandese, Fianna Fáil, ha posizioni simili sull’europa. Stando ai pronostici conquisterà circa il 24% dei voti, con il Sinn Féin in terza posizione — circa il 20% dei consensi — e due o tre seggi per la sinistra radicale. Due eurodeputati di scorta prenderanno servizio a Brexit avvenuta, quando i rappresentanti irlandesi con la ridistribuzione dei seggi britannici saliranno da 11 a 13.
L’uscita del Regno Unito dall’unione ha dominato la campagna elettorale in un Paese che dopo la Brexit diventerà il nuovo confine dell’ue. I tre partiti principali sono uniti dal desiderio di evitare un ritorno a una demarcazione rigida e concreta con L’irlanda del Nord. Il cosiddetto backstop, il meccanismo pensato per permettere all’irlanda del Nord di rimanere di fatto all’interno del mercato unico, è considerato essenziale in Irlanda.
Contemporaneamente alle Europee si sono tenute ieri in Irlanda le elezioni amministrative e un referendum sulla modifica delle regole sul divorzio, che al momento richiedono una separazione di quattro anni prima della dissoluzione del matrimonio. Se dovessero vincere i «sì», la costituzione verrebbe modificata per ridurre la separazione a due anni e per riconoscere i divorzi sanciti all’estero per chi in Irlanda vuole convolare a nuove nozze.
Le previsioni
I conservatori del premier Varadkar verso il primo posto, il Sinn Féin al 20%