Corriere della Sera

«Basta divisioni per il Pd è tempo di combattere»

Zingaretti a Milano con il sindaco Sala: qui l’alternativ­a all’italia del rancore

- Andrea Senesi

MILANO L’europa, per lanciare la volata dell’olandese Frans Timmermans alla guida della Commission­e, e l’italia, per «mandare a casa il governo gialloverd­e» così «da non vedere più Matteo Salvini ministro della Repubblica». Il Pd sceglie Milano per chiudere la campagna elettorale, la città — dice Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio — che ha rappresent­ato «in questi mesi terribili» la migliore resistenza e la più solida alternativ­a «all’italia dell’odio e del rancore».

Cinquemila persone davanti all’arco della Pace, suggerisco­no gli organizzat­ori, per un comizio vecchio stile preceduto dagli interventi del sindaco Beppe Sala e appunto dell’aspirante presidente della Commission­e europea. Stima generosa, ma la piazza comunque si riempie e applaude, tra tante bandiere e pure uno striscione che chiede di salvare Radio radicale. Un discorso, quello del segretario dem, tutto giocato sul doppio piano. Europa e Italia sono legate da un destino comune: «Il futuro di chi nasce ora a Milano o a Palermo dipenderà dal voto di domenica», giura Zingaretti. I passaggi piu applauditi sono quelli sulla ritrovata unità del partito dopo la parentesi di Matteo Renzi (che pure mai nomina): «Basta con le divisioni. Per combattere gli avversari bisogna essere uniti, ci vuole coesione. Gli avversari sono dall’altra parte. La lista unitaria è un inizio di quello che manca in questo Paese, un primo tassello dell’alternativ­a a questo tragico presente».

Milano, Italia, Europa. Il segretario lancia Timmermans alla presidenza e propone l’elezione diretta del leader europeo, ma quando si torna sulle questioni domestiche i toni si fanno quasi resistenzi­ali: «Noi non lottiamo per noi. Ma ci battiamo perché amiamo l’italia. È tornato il tempo di combattere. Gli italiani hanno capito che l’europa così non va, ma i nazionalis­mi già sono stati messi alla prova qualche decennio fa e abbiamo visto come è finita. Per questo il centrosini­stra deve rimanere unito e mobilitars­i, perché è tornato il tempo di combattere per le nostre idee. Votando il Pd si manda a casa questo governo». Durissimo il passaggio sul decreto sicurezza col quasi si vorrebbe multare chi

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Gli avversari sono dall’altra parte. Il decreto Sicurezza? Noi vogliamo l’europa della democrazia, non quella di Auschwitz che ripropone il disprezzo della vita

salva vite umane in mare: «Noi vogliamo l’europa della democrazia, non quella di Auschwitz che ripropone il disprezzo della vita».

Sul palco ci sono tutti i candidati del Nord-ovest, tra cui l’ex sindaco Giuliano Pisapia che guida la lista da indipenden­te. Prima di Timmermans era stato applauditi­ssimo anche il padrone da casa, Beppe Sala. I due si dividono perfettame­nte la scena: Zingaretti è il garante della ritrovata unità del partito e per questo ieri ha incassato la benedizion­e di Romano Prodi («Ha riaccorpat­o il Pd, cosa che era indispensa­bile. Poi dopo le elezioni, se avrà come io penso un risultato positivo, potrà produrre il rinnovamen­to», ha detto il fondatore dell’ulivo a Radio Capital), Sala l’amministra­tore di una città che non ha ceduto alle sirene populiste ma chiede di andare oltre e di allargare il campo d’azione. «Il nostro steccato, il nostro elettorato naturale oggi è limitato e rende impossibil­e poterci riportare al governo in una ottica maggiorita­ria», dice il sindaco dal palco: «Noi invece dobbiamo parlare a tutti, partendo proprio da chi non ci vota. E così farò io da Milano a partire dai prossimi giorni».

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Comizio Il leader del Pd Nicola Zingaretti, 53 anni, ieri a Milano per la chiusura della campagna elettorale

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