«Basta divisioni per il Pd è tempo di combattere»
Zingaretti a Milano con il sindaco Sala: qui l’alternativa all’italia del rancore
MILANO L’europa, per lanciare la volata dell’olandese Frans Timmermans alla guida della Commissione, e l’italia, per «mandare a casa il governo gialloverde» così «da non vedere più Matteo Salvini ministro della Repubblica». Il Pd sceglie Milano per chiudere la campagna elettorale, la città — dice Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio — che ha rappresentato «in questi mesi terribili» la migliore resistenza e la più solida alternativa «all’italia dell’odio e del rancore».
Cinquemila persone davanti all’arco della Pace, suggeriscono gli organizzatori, per un comizio vecchio stile preceduto dagli interventi del sindaco Beppe Sala e appunto dell’aspirante presidente della Commissione europea. Stima generosa, ma la piazza comunque si riempie e applaude, tra tante bandiere e pure uno striscione che chiede di salvare Radio radicale. Un discorso, quello del segretario dem, tutto giocato sul doppio piano. Europa e Italia sono legate da un destino comune: «Il futuro di chi nasce ora a Milano o a Palermo dipenderà dal voto di domenica», giura Zingaretti. I passaggi piu applauditi sono quelli sulla ritrovata unità del partito dopo la parentesi di Matteo Renzi (che pure mai nomina): «Basta con le divisioni. Per combattere gli avversari bisogna essere uniti, ci vuole coesione. Gli avversari sono dall’altra parte. La lista unitaria è un inizio di quello che manca in questo Paese, un primo tassello dell’alternativa a questo tragico presente».
Milano, Italia, Europa. Il segretario lancia Timmermans alla presidenza e propone l’elezione diretta del leader europeo, ma quando si torna sulle questioni domestiche i toni si fanno quasi resistenziali: «Noi non lottiamo per noi. Ma ci battiamo perché amiamo l’italia. È tornato il tempo di combattere. Gli italiani hanno capito che l’europa così non va, ma i nazionalismi già sono stati messi alla prova qualche decennio fa e abbiamo visto come è finita. Per questo il centrosinistra deve rimanere unito e mobilitarsi, perché è tornato il tempo di combattere per le nostre idee. Votando il Pd si manda a casa questo governo». Durissimo il passaggio sul decreto sicurezza col quasi si vorrebbe multare chi
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Gli avversari sono dall’altra parte. Il decreto Sicurezza? Noi vogliamo l’europa della democrazia, non quella di Auschwitz che ripropone il disprezzo della vita
salva vite umane in mare: «Noi vogliamo l’europa della democrazia, non quella di Auschwitz che ripropone il disprezzo della vita».
Sul palco ci sono tutti i candidati del Nord-ovest, tra cui l’ex sindaco Giuliano Pisapia che guida la lista da indipendente. Prima di Timmermans era stato applauditissimo anche il padrone da casa, Beppe Sala. I due si dividono perfettamente la scena: Zingaretti è il garante della ritrovata unità del partito e per questo ieri ha incassato la benedizione di Romano Prodi («Ha riaccorpato il Pd, cosa che era indispensabile. Poi dopo le elezioni, se avrà come io penso un risultato positivo, potrà produrre il rinnovamento», ha detto il fondatore dell’ulivo a Radio Capital), Sala l’amministratore di una città che non ha ceduto alle sirene populiste ma chiede di andare oltre e di allargare il campo d’azione. «Il nostro steccato, il nostro elettorato naturale oggi è limitato e rende impossibile poterci riportare al governo in una ottica maggioritaria», dice il sindaco dal palco: «Noi invece dobbiamo parlare a tutti, partendo proprio da chi non ci vota. E così farò io da Milano a partire dai prossimi giorni».