Dopo Allegri è l’ora di Inzaghi Va di moda vincere e dirsi addio
Il laziale rifiuta il rinnovo con la Lazio e Gasperini può lasciare l’atalanta
Vincere e dirsi addio. È la moda di questa primavera, imposta o percorsa da chi ha conquistato un trofeo o sta per raggiungere un obiettivo storico.
Non solo Massimiliano Allegri, dopo aver ottenuto il quinto scudetto consecutivo, si accomiata dal proprio club da trionfatore. L’avventura di Simone Inzaghi sulla panchina della Lazio sembra ai titoli di coda: dopo aver ottenuto una Supercoppa nel 2017 e aver sollevato pochi giorni fa la Coppa Italia, medita di lasciare la società di Lotito, dove si è affermato nel panorama italiano prima alla guida della Primavera e poi della prima squadra. Contemplato nel casting della Juventus, anche se non come prima scelta, Inzaghino ha avuto ieri il secondo incontro con il presidente Lotito, intenzionato a offrirgli il rinnovo del contratto che scade nel 2020 con un robusto adeguamento dell’ingaggio.
Attualmente Simone percepisce 1,5 milioni ma Lotito, orgoglioso del tecnico che ha saputo valorizzare attraverso un percorso di crescita, è disposto ad aumentare lo stipendio sino a 2,5 milioni. Eppure Inzaghi, anche nel vertice di ieri sera, allargato a Tare, ha ribadito di voler avere maggior peso sulle decisioni di mercato (trattenendo ad esempio Immobile o Luis Alberto) considerando che già Milinkovic Savic, di fronte a una super-offerta della Juve, sembra destinato a preparare le valigie.
Mai come in questo momento Inzaghi ha proposte sul tavolo, che spaziano dall’ammirazione dell’amico ds della Juve, Paratici, all’interesse del Siviglia. I più maliziosi sostengono che dietro il rifiuto del rinnovo del contratto a certe cifre si nascondano discorsi già avanzati con un’altra big. Di certo è quanto meno curioso che Inzaghi non parlerà ai giornalisti nemmeno oggi in conferenza stampa alla vigilia della sfida con il Torino dopo aver proclamato lo sciopero della parola prima e dopo il Bologna: meglio il silenzio che bugie o risposte imbarazzate. Fra i sostituti possibili spicca il nome di Sinisa Mihajlovic, un altro allenatore che nel suo piccolo saluta da vincitore. Ha trascinato il Bologna a una salvezza insperata, ora è a caccia del decimo posto. Idolo della tifoseria laziale, dovrebbe però ricucire i rapporti con Tare. Giampaolo, non più intenzionato a restare a Genova, è l’alternativa più accreditata, più defilati invece De Zerbi e Sergio Conceiçao
Gasperini, artefice della miracolosa stagione dell’atalanta nonostante abbia iniziato prestissimo con i preliminari di Europa League, è un altro vincitore morale del campionato. Domenica con il Sassuolo può centrare la qualificazione alla Champions, traguardo straordinario. La Roma lo aspetta con la proposta di un triennale a 3 milioni. Percassi farà muro, probabile un incontro a inizio settimana prossima per dirsi addio. «Siamo concentrati solo sulla gara di domenica» è l’unico commento da Bergamo. Come dice Nedved, chi vivrà vedrà.