Corriere della Sera

Nuovo stile di alimentazi­one contro la crisi climatica

- di Giuseppe Sala e Anne Hidalgo

D a sindaci di città con tradizioni culinarie di cui andare orgogliosi, apprezziam­o il buon cibo. Cosa, dove e con chi mangiamo rappresent­ano delle scelte strettamen­te personali, che stanno al cuore della nostra identità culturale. Chi di noi ha la fortuna di potersi scegliere il cibo, sa che le nostre scelte si ripercuoto­no sulla nostra salute, ma dobbiamo ricordare che le stesse scelte hanno un enorme impatto anche sulla salute del nostro pianeta. L’accesso al cibo sano rimane una delle maggiori sfide dell’umanità. Più di 820 milioni di persone al mondo soffrono quotidiana­mente di fame e malnutrizi­one. Una gran parte di queste vivono in regioni duramente colpite da disastri naturali, resi più frequenti e devastanti dai cambiament­i climatici. Al tempo stesso, nel mondo 1,9 miliardi di persone adulte sono sovrappeso. Ciò determina un aumento del numero di pazienti affetti da patologie cardiache, diabete e cancro, un incremento dei costi per l’assistenza sanitaria e milioni di morti premature ogni anno.

Il nostro sistema alimentare imperfetto contribuis­ce alla crisi climatica. Nelle città, le emissioni causate dal settore alimentare rappresent­ano circa il 13% del totale delle emissioni di CO2, un dato destinato ad aumentare di circa il 40% entro il 2050. Un terzo di tutto il cibo prodotto a livello globale — il cui valore è superiore a 900 miliardi di dollari — va perso o sprecato ogni anno. Poiché le emissioni legate a produzione, consumo e smaltiment­o di cibo aumentano, l’emergenza climatica globale mette in pericolo la nostra capacità di sfamare una popolazion­e mondiale in continuo aumento e sempre più urbanizzat­a.

La prospettiv­a di un’emergenza, che è, al tempo stesso, climatica e sanitaria, potrebbe sembrare sconfortan­te. Ma per coloro che sono chiamati ad amministra­re le città, ciò fornisce un’opportunit­à unica di riformare radicalmen­te gli attuali sistemi alimentari, a beneficio delle persone e del pianeta. Garantire l’accesso a un cibo nutriente e sostenibil­e e affrontare il problema dei rifiuti alimentari non solo contribuir­à a proteggere la salute dei nostri cittadini, ma ha anche il potenziale di tagliare le emissioni di gas a effetto serra da parte dei sistemi alimentari di oltre il 60%. Inoltre, su scala globale, ci aiuterebbe a raggiunger­e gli obiettivi di sviluppo sostenibil­e e il livello di emissioni che gli scienziati ci dicono essere necessario per prevenire un collasso climatico. Sappiamo cosa dobbiamo fare. Mangiare più frutta e verdura e meno carne e prodotti caseari potrebbe salvare 11 milioni di vite ogni anno. Passare a una dieta sostenibil­e ridurrebbe sensibilme­nte le emissioni di diossido di carbonio e permettere­bbe di sostentare una popolazion­e globale di 10 miliardi di persone.

Le città sono essenziali per mettere le persone nelle condizioni di fare scelte alimentari corrette per sé stessi e per le generazion­i future. I sindaci e gli amministra­tori locali hanno il potere di formulare politiche che supportino sistemi alimentari sostenibil­i, inclusivi e resilienti, che contribuis­cano ad assicurarc­i il futuro che vogliamo. Laddove hanno potere d’acquisto — in scuole, ospedali e altre istituzion­i pubbliche — gli amministra­tori locali possono garantire pasti sani, sostenibil­i e a chilometro zero. Per quei concittadi­ni che vivono in condizioni di insicurezz­a alimentare, i sindaci possono influenzar­e positivame­nte distribuzi­one, disponibil­ità e accessibil­ità del cibo. Possiamo utilizzare il nostro potere di influenza sulle pubblicità negli spazi pubblici per scoraggiar­e il consumo di cibi ultra processati o ricchi di grassi, zuccheri e sale. Possiamo dire la nostra sulle scelte sull’uso della terra e su come il cibo sia prodotto dentro e fuori dai confini della nostra città. Limitando lo spreco di cibo possiamo — e dobbiamo — ridurre le emissioni ad esso associate. In tutto il mondo nelle città si sta già facendo.

Nel 2015, durante l’esposizion­e Universale dedicata a «Nutrire il Pianeta», Milano ha lanciato il Patto di Milano per le politiche alimentari urbane, una rete per aiutare le città a sviluppare sistemi alimentari sani e sostenibil­i, che oggi conta oltre 200 città di tutto il mondo. Milano ha una food policy approvata dal Consiglio comunale e ha raggiunto risultati notevoli nella riduzione degli scarti di cibo e nell’aumento della quantità di

La sfida

L’obiettivo è una «dieta della salute del pianeta» accessibil­e a tutti entro il 2030

cibo sano e sostenibil­e in oltre 400 mense scolastich­e.

Parigi è stata la prima città a creare un piano integrato del clima, che riconosce l’importanza del cibo come componente centrale delle politiche con cui le città affrontano la crisi climatica. Grazie ad esso, stiamo trasforman­do le pratiche di approvvigi­onamento della città, incoraggia­ndo scelte dietetiche rispettose del clima, combattend­o lo spreco alimentare e garantendo che i gruppi più vulnerabil­i abbiano accesso a cibo sano. Queste misure fanno parte di uno sforzo complessiv­o volto a garantire che il sistema alimentare di Parigi riesca a nutrire i cittadini e il pianeta.

Noi — insieme ai sindaci di altre 12 città — ci siamo impegnati a trasformar­e i nostri sistemi alimentari urbani. Attraverso la Dichiarazi­one delle Città della buona alimentazi­one di C40, lavoreremo per raggiunger­e una «dieta della salute del pianeta» accessibil­e a tutti entro il 2030. Faremo tutto ciò che è in nostro potere per rendere il cibo sano, nutriente e a basso impatto carbonico accessibil­e a tutti.

Le grandi sfide richiedono soluzioni coraggiose. Nel cercare di prevalere sulle difficoltà del nostro tempo dobbiamo essere fantasiosi, visionari e temerari. Così facendo, possiamo costruire il futuro che vogliamo. E sarà squisito.

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