Nuovo stile di alimentazione contro la crisi climatica
D a sindaci di città con tradizioni culinarie di cui andare orgogliosi, apprezziamo il buon cibo. Cosa, dove e con chi mangiamo rappresentano delle scelte strettamente personali, che stanno al cuore della nostra identità culturale. Chi di noi ha la fortuna di potersi scegliere il cibo, sa che le nostre scelte si ripercuotono sulla nostra salute, ma dobbiamo ricordare che le stesse scelte hanno un enorme impatto anche sulla salute del nostro pianeta. L’accesso al cibo sano rimane una delle maggiori sfide dell’umanità. Più di 820 milioni di persone al mondo soffrono quotidianamente di fame e malnutrizione. Una gran parte di queste vivono in regioni duramente colpite da disastri naturali, resi più frequenti e devastanti dai cambiamenti climatici. Al tempo stesso, nel mondo 1,9 miliardi di persone adulte sono sovrappeso. Ciò determina un aumento del numero di pazienti affetti da patologie cardiache, diabete e cancro, un incremento dei costi per l’assistenza sanitaria e milioni di morti premature ogni anno.
Il nostro sistema alimentare imperfetto contribuisce alla crisi climatica. Nelle città, le emissioni causate dal settore alimentare rappresentano circa il 13% del totale delle emissioni di CO2, un dato destinato ad aumentare di circa il 40% entro il 2050. Un terzo di tutto il cibo prodotto a livello globale — il cui valore è superiore a 900 miliardi di dollari — va perso o sprecato ogni anno. Poiché le emissioni legate a produzione, consumo e smaltimento di cibo aumentano, l’emergenza climatica globale mette in pericolo la nostra capacità di sfamare una popolazione mondiale in continuo aumento e sempre più urbanizzata.
La prospettiva di un’emergenza, che è, al tempo stesso, climatica e sanitaria, potrebbe sembrare sconfortante. Ma per coloro che sono chiamati ad amministrare le città, ciò fornisce un’opportunità unica di riformare radicalmente gli attuali sistemi alimentari, a beneficio delle persone e del pianeta. Garantire l’accesso a un cibo nutriente e sostenibile e affrontare il problema dei rifiuti alimentari non solo contribuirà a proteggere la salute dei nostri cittadini, ma ha anche il potenziale di tagliare le emissioni di gas a effetto serra da parte dei sistemi alimentari di oltre il 60%. Inoltre, su scala globale, ci aiuterebbe a raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile e il livello di emissioni che gli scienziati ci dicono essere necessario per prevenire un collasso climatico. Sappiamo cosa dobbiamo fare. Mangiare più frutta e verdura e meno carne e prodotti caseari potrebbe salvare 11 milioni di vite ogni anno. Passare a una dieta sostenibile ridurrebbe sensibilmente le emissioni di diossido di carbonio e permetterebbe di sostentare una popolazione globale di 10 miliardi di persone.
Le città sono essenziali per mettere le persone nelle condizioni di fare scelte alimentari corrette per sé stessi e per le generazioni future. I sindaci e gli amministratori locali hanno il potere di formulare politiche che supportino sistemi alimentari sostenibili, inclusivi e resilienti, che contribuiscano ad assicurarci il futuro che vogliamo. Laddove hanno potere d’acquisto — in scuole, ospedali e altre istituzioni pubbliche — gli amministratori locali possono garantire pasti sani, sostenibili e a chilometro zero. Per quei concittadini che vivono in condizioni di insicurezza alimentare, i sindaci possono influenzare positivamente distribuzione, disponibilità e accessibilità del cibo. Possiamo utilizzare il nostro potere di influenza sulle pubblicità negli spazi pubblici per scoraggiare il consumo di cibi ultra processati o ricchi di grassi, zuccheri e sale. Possiamo dire la nostra sulle scelte sull’uso della terra e su come il cibo sia prodotto dentro e fuori dai confini della nostra città. Limitando lo spreco di cibo possiamo — e dobbiamo — ridurre le emissioni ad esso associate. In tutto il mondo nelle città si sta già facendo.
Nel 2015, durante l’esposizione Universale dedicata a «Nutrire il Pianeta», Milano ha lanciato il Patto di Milano per le politiche alimentari urbane, una rete per aiutare le città a sviluppare sistemi alimentari sani e sostenibili, che oggi conta oltre 200 città di tutto il mondo. Milano ha una food policy approvata dal Consiglio comunale e ha raggiunto risultati notevoli nella riduzione degli scarti di cibo e nell’aumento della quantità di
La sfida
L’obiettivo è una «dieta della salute del pianeta» accessibile a tutti entro il 2030
cibo sano e sostenibile in oltre 400 mense scolastiche.
Parigi è stata la prima città a creare un piano integrato del clima, che riconosce l’importanza del cibo come componente centrale delle politiche con cui le città affrontano la crisi climatica. Grazie ad esso, stiamo trasformando le pratiche di approvvigionamento della città, incoraggiando scelte dietetiche rispettose del clima, combattendo lo spreco alimentare e garantendo che i gruppi più vulnerabili abbiano accesso a cibo sano. Queste misure fanno parte di uno sforzo complessivo volto a garantire che il sistema alimentare di Parigi riesca a nutrire i cittadini e il pianeta.
Noi — insieme ai sindaci di altre 12 città — ci siamo impegnati a trasformare i nostri sistemi alimentari urbani. Attraverso la Dichiarazione delle Città della buona alimentazione di C40, lavoreremo per raggiungere una «dieta della salute del pianeta» accessibile a tutti entro il 2030. Faremo tutto ciò che è in nostro potere per rendere il cibo sano, nutriente e a basso impatto carbonico accessibile a tutti.
Le grandi sfide richiedono soluzioni coraggiose. Nel cercare di prevalere sulle difficoltà del nostro tempo dobbiamo essere fantasiosi, visionari e temerari. Così facendo, possiamo costruire il futuro che vogliamo. E sarà squisito.