L’appello Ue: «Fermatevi» Trump: cattiva notizia
La condanna dell’occidente all’operazione militare della Turchia nella Siria del Nord è unanime. A partire dallo stesso presidente americano Donald Trump che, pur avendola in qualche modo innescata ritirando le truppe Usa dall’area, la giudica «una cattiva idea».
Segue con apprensione gli eventi il premier italiano Giuseppe Conte che, in un tweet, ha «esortato la Turchia a desistere subito dall’iniziativa militare unilaterale che può nuocere alla stabilità regionale e compromettere la lotta a Daesh (Isis, ndr)». La stessa preoccupazione è stata espressa dal ministro degli Esteri Luigi di Maio durante il suo incontro con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. «Le azioni unilaterali — aveva affermato poco prima Di Maio in una nota — rischiano solo di pregiudicare i risultati raggiunti nella lotta contro la minaccia terroristica, a cui l’italia ha dato un significativo contributo nell’ambito della Coalizione anti-daesh». Meno netto Stoltenberg che ha invitato la Turchia a un’azione «proporzionata e misurata». «Non dobbiamo mettere a repentaglio la lotta al nemico comune, l’isis è ancora una minaccia», ha aggiunto.
Molto più dura, anche se priva di azioni concrete, la posizione dell’unione Europea: «L’UE ribadisce — ha detto l’alta Rappresentante Federica Mogherini — che una soluzione sostenibile al conflitto siriano non può essere raggiunta militarmente» e «invita la Turchia a cessare l’azione militare unilaterale». Un concetto ripetuto «con forza» anche dal presidente del Parlamento europeo, David Sassoli: «C’è una popolazione che ha già sofferto duramente. Si fermi questo intervento». Il ministro degli Esteri olandese Stef Blok ha convocato l’ambasciatore turco all’aia: «La Turchia non prosegua nella strada intrapresa».
Ma al di là delle parole non è chiaro quale tipo di iniziativa possa mettere in campo l’europa per fermare l’escalation. Il presidente uscente della Commissione Jean-claude Juncker prova a minacciare: «Non aspettatevi che l’ue finanzi una cosiddetta zona di sicurezza». E mentre il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ripete che «non può esserci alcuna soluzione militare al conflitto in Siria», Belgio, Francia, Germania, Polonia e Gran Bretagna chiedono e ottengono una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza Onu che si terrà stamattina a porte chiuse.