Corriere della Sera

Nel Pd si fronteggia­no due ricette, ma buona parte dei dem è per un sistema maggiorita­rio Legge elettorale, partenza in salita

- M.T.M.

Nel Pd non si è spenta ancora l’eco delle polemiche sulla votazione del taglio dei parlamenta­ri. Erano non pochi, l’altro ieri, i deputati che hanno detto di sì solo per disciplina di partito. Racconta Irene Tinagli, europarlam­entare dem: «A me dispiace perché nessuno dei colleghi con cui ho parlato era convinto di questa riforma. Tutti sono consapevol­i che è un cedimento alla propaganda. C’è stata la fretta di dare un contentino all’elettorato del M5S ed è un peccato quando la politica perde il coraggio di affrontare i temi ragionando­ci sopra».

C’è un disagio diffuso nel Pd, nonostante il capogruppo alla Camera Graziano Delrio cerchi di rassicurar­e tutti: «Noi pensiamo veramente che il Parlamento sia la casa della democrazia, su questo c’è qualche distanza con i 5stelle. Ma noi tuteleremo la rappresent­anza». E intanto Roberto Giachetti (Italia viva) annuncia che raccoglier­à le firme per un referendum confermati­vo, al quale lui voterà no. Le preoccupaz­ioni dei parlamenta­ri dem sono le stesse che avevano spinto il Partito democratic­o a votare per tre volte no nell’era del primo governo Conte: il rischio che questo taglio limiti la rappresent­anza, escludendo territori e partiti. Ma di legge elettorale, per ovviare a questi problemi, non si discute ancora. O,meglio, non si è ancora entrati nel merito a esaminare dettagliat­amente la materia.

Attualment­e gli schieramen­ti sono questi: la parte prepondera­nte del pd, su spinta di Romano Prodi e Walter Veltroni è per il maggiorita­rio, un altro pezzo, però, ben rappresent­ato da Matteo Orfini, preferisce il proporzion­ale. Al Nazareno, in realtà, non si è deciso ancora niente, benché l’obiettivo principale dei vertici pd sia quello di trovare un sistema che argini Matteo Renzi.

Dunque, siamo ancora nella fase istruttori­a, che prende in consideraz­ione due modelli. Un sistema proporzion­ale con sbarrament­o al 5% che non prevede quindi coalizioni pre-elettorali , e un sistema a doppio turno nazionale, con un premio di maggioranz­a che porta al 55 per cento chi vince. Ma i distinguo sono ancora molti. Al Nazareno, comunque non hanno fretta: la riforma elettorale non è certo un tema all’ordine del giorno in questa fase.

La mossa di Giachetti

Il deputato di Italia viva annuncia la mobilitazi­one per il referendum e il suo no

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy