La forza delle volontarie. E la Croce Rossa cerca nuove leader
A Milano la conferenza internazionale «Woman in Red», le donne al centro di tre giorni di dibattiti
Il passato della Croce Rossa e della federazione internazionale che compie 100 anni, il presente con i 14 milioni di volontari in tutto il mondo, di cui 160 mila solo in Italia, e il futuro del settore umanitario con l’obiettivo di rafforzare la leadership femminile nel settore umanitario.
Si è aperta ieri a Palazzo Marino, a Milano, «Women in Red», conferenza internazionale organizzata dalla federazione Internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (Ifrc) e dalla Croce Rossa Italiana (Cri), in collaborazione con la Solferino Academy. «Questi 100 anni, e il percorso fatto dalle nostre volontarie e la loro capacità di andare oltre divisioni e conflitti sono un’occasione per guardare a nuovi obiettivi da raggiungere», è stato l’augurio di Francesco Rocca, presidente dell’ifrc e della Cri.
Alla cerimonia di apertura presenti, tra gli altri, il sindaco di Milano Beppe Sala che ha ricordato l’impegno dei milanesi sul campo. Gli ha fatto eco Sandra Zampa, sottosegretaria alla Salute, con un pensiero a Silvia Romano, la cooperante italiana rapita in Kenya, e un ricordo per Maria Grazia Cutuli, inviata del Corriere uccisa in Afghanistan nel 2001.
Dal settore umanitario alle istituzioni con il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, il mondo dell’informazione con il direttore del Corriere Luciano Fontana e la vicedirettrice vicaria Barbara Stefanelli, fino alla principessa Sarah Zeid di Giordania. Poi, un animato e interessante confronto tra Adelina Kamal per l’indonesia, Datuk Yasmin Mahmood dalla Malesia, La percentuale di donne tra i volontari della Croce Rossa e della Mezzaluna rossa in tutto il mondo (dato da report 2019 «Everyone Counts») Julia Norinder dalla Svezia e Sara Pantuliano per la Gran Bretagna.
Oggi e domani «Women in Red» proseguirà al Gran Visconti Palace Hotel. Al centro dei dibattiti, la maggiore vulnerabilità femminile nelle crisi, le capacità manageriali delle donne, la necessità di un cambiamento di cultura. Ma soprattutto, l’adozione da parte della federazione internazionale di una «gender policy» che sarà presentata a Ginevra a dicembre.