Corriere della Sera

Com’è indifesa la Difesa Ue

- Di Danilo Taino Statistics Editor

Guy Verhofstad­t — ex primo ministro belga, oggi uno dei maggiori esponenti politici del Parlamento europeo — ha di recente sostenuto che la Ue dovrebbe essere parte di un nuovo «ordine mondiale che si basa sugli imperi». Affermazio­ne forte, ma insomma intendeva dire che tra Cina, Russia, Turchia, America First e via dicendo anche l’europa deve rendersi conto che occorre mostrare qualche muscolo. Più o meno in linea con Ursula von der Leyen, la quale ha l’obiettivo di costruire da Bruxelles una «Commission­e geopolitic­a». Cambiano i tempi. Nel Vecchio Continente, però, rimangono gli ostacoli di sempre a complicare i nuovi propositi. Non solo manca una politica estera comune, che chissà quando mai ci sarà. Non solo ci sono opinioni divergenti sulla collocazio­ne internazio­nale della Ue: neutrale, equidistan­te da Usa e Cina, atlantica? Più banalmente, uno degli assi portanti di un progetto se non imperiale almeno geopolitic­o, la Difesa, è un caos. Ogni Paese ha costruito eserciti nazionali, naturalmen­te. Ciò significa che ci sono in servizio (si fa per dire) 178 sistemi di armamento nella Ue, contro i trenta degli Stati Uniti (fonte, Conferenza sulla sicurezza di Monaco, 2018) : sei volte di più per un’efficienza infinitame­nte inferiore. Ci sono ad esempio 17 tipi di carro armato rispetto al solo M1 Abrams americano. I veicoli da combattime­nto della fanteria sono di venti tipi, due quelli Usa. Venti sono anche i diversi modelli di aerei caccia, contro i sei degli Stati Uniti. E così via in terra, cielo e mare. Razionaliz­zare il tutto è difficile perché dietro a ogni sistema di armamento c’è la produzione di un’industria nazionale, con posti di lavoro e interessi politici. Ma il problema non si ferma qui. Lo stato di attività degli eserciti è spesso zoppicante. Prendiamo a esempio quello della Germania, dove von der Leyen è stata ministro della Difesa fino all’estate scorsa (dati presentati al Bundestag nel giugno 2018). Su 221 jet, solo 65 sono in grado di entrare in azione. Su 130 elicotteri da trasporto, quelli operativi sono 29. Gli elicotteri da attacco Tigre in grado di entrare in azione sono 12, mentre altri 50 non sono utilizzabi­li. Su 224 carri armati Leopard, solo 105 sono buoni. E così solo cinque fregate su 13 e zero sottomarin­i su sei. Il lato positivo è che, così, l’europa non avrà serie tentazioni imperiali.

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