Taglio dei parlamentari, partono i correttivi La corsa al referendum
Lega e FDI: ora il presidenzialismo. Ma si dividono sul progetto
Si complica la stagione delle riforme inaugurata con il taglio dei parlamentari approvato dalla Camera quasi all’unanimità. Così, dopo il voto bipartisan di martedì scorso (553 «si», 14 «no», 2 astenuti), maggioranza e opposizione prendono strade diverse.
Il centrodestra procede in ordine sparso sulla via del presidenzialismo (Lega e FDI) e della legge elettorale maggioritaria (Lega), mentre Forza Italia rimane un passo indietro. Come annunciato, una delegazione di Fratelli d’italia guidata da Ignazio La Russa ha depositato in Cassazione 4 proposte di legge costituzionale di iniziativa popolare: 1) elezione diretta del capo dello Stato; 2) abolizione dei senatori a vita di nomina presidenziale; 3) supremazia della norme italiane in conflitto con quelle europee; 4) introduzione di un limite per le tasse in Costituzione. La squadra della Lega guidata da Roberto Calderoli ha depositato due testi : 1) uno fotocopia sul presidenzialismo (ma con abbassamento a 40 anni dell’età per essere eletto presidente della Repubblica) e una legge (ordinaria) elettorale finalizzata al maggioritario secco all’inglese. I proponenti hanno sei mesi per raccogliere 50 mila firma autenticate («Conto di ottenerle tutte sabato 19 a piazza San Giovanni», ha detto Calderoli) ma nel centrodestra già si è aperta una crepa: «Ho le mie perplessità sul sistema inglese», ha detto Giorgia Meloni. Mentre Silvio Berlusconi non scopre le carte sulla legge elettorale.
Invece, il centrosinistra, trascinato dal M5S sulla via del «taglio», è alle prese con la grana del referendum confermativo: al Senato, infatti, è iniziata la raccolta bipartisan delle firme (ne servono 64), anche dopo l’appello della Fondazione Einaudi, per richiederlo con adesioni di Laura Garavini (Italia viva), Nannicini e Pittella (Pd), Cangini e Pagano (FI), De Falco (ex M5S). Una manovra che punta in ogni caso serve ad allungare la vita della legislatura. Sono in cantiere, poi, i primi correttivi al taglio dei parlamentari concordati dalla maggioranza: 1) per l’elezione del capo dello Stato i delegati regionali passano da 58 a 39; 2) per il Senato si potrà votare a 18 anni ed essere eletti a 25, come alla Camera; 3) l’elezione del Senato, per tutelare le Regioni piccole, diventa anche su base «pluriregionale».