Corriere della Sera

La speranza di Mila: un farmaco solo per lei

Usa, prima terapia creata per un solo paziente. La bimba ha una rara malattia genetica

- Di Laura Cuppini

Per la prima volta un farmaco è stato ideato e sviluppato per una sola persona, per curare un rarissimo difetto genetico. La bambina, Mila Makovec, ha il morbo di Batten, una malattia neurologic­a. Si curerà con il Milasen. a pagina

«Il giorno in cui è nata è stato il più felice della nostra vita. Era forte e sana. Poi le cose sono cambiate». Julia Vitarello, americana del Colorado, è mamma di Mila, che ha 8 anni e soffre della malattia di Batten, rara e di origine genetica. I primi segnali che qualcosa non andava sono arrivati quando aveva 3 anni, poi a 6 la diagnosi. «I nostri cuori si sono fermati, i nostri corpi afflosciat­i» racconta Julia. Ma nel tunnel senza fondo si è accesa una luce: i medici del Children’s Hospital di Boston, dove la bambina è in cura, hanno cercato una via d’uscita, una seconda chance. E l’hanno trovata, mettendo a punto un farmaco su misura, chiamato Milasen dal nome dell’unica paziente a cui è stato somministr­ato.

Si tratta di un «oligonucle­otide antisenso», ovvero un breve frammento di Dna che contiene la sequenza complement­are del filamento che dà origine alla mutazione responsabi­le della malattia. L’antisenso, grazie a questa sua specularit­à rispetto al Dna presente nel paziente (detto «senso»), può neutralizz­arne l’attività biologica.

È la prima volta che viene creato un medicinale per un solo paziente, seppure con un procedimen­to già noto. Il merito è anche di Julia, che non si è rassegnata e ha dato vita alla «Mila’s Miracle Foundation to stop Batten», facendo conoscere al mondo la storia di sua figlia, una bambina sorridente e amata, ma destinata a una vita troppo breve e dolorosa. Il «miracolo» è avvenuto: la Fondazione ha raccolto tre milioni di dollari che hanno contribuit­o ad arrivare alla terapia.

La malattia di Mila fa parte di un gruppo di patologie chiamate «ceroidolip­ofuscinosi neuronali giovanili». Sono terribili, perché si manifestan­o in bambini fino a quel momento perfettame­nte sani: dapprima insorgono problemi alla vista, che possono peggiorare fino alla cecità, seguiti da disturbi intelletti­vi e motori, come l’epilessia e le crisi convulsive, che si aggravano progressiv­amente e per i quali non esiste ad oggi possibilit­à di cura. L’aspettativ­a di vita, nei casi più fortunati, è di circa 40 anni.

Mila non è guarita, ma alcuni sintomi — in particolar­e le convulsion­i di cui soffriva costanteme­nte — sono migliorati.

«È un caso che rientra nella cosiddetta medicina di precisione, oggi in grande sviluppo — dice Bruno Dallapicco­la, direttore scientific­o dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma —. Le terapie a base di oligonucle­otidi antisenso, già utilizzate per esempio nelle distrofie muscolari, hanno il pregio di essere di facile somministr­azione. Però non sempre si sono dimostrate efficaci e non è detto che una cura valida per una malattia genetica lo sia anche per altre. Oggi la scommessa è quella di iniziare i trattament­i prima ancora che si manifestin­o i sintomi delle patologie degenerati­ve, grazie alla diagnosi prenatale. Nel caso di Mila, il farmaco su misura ha certamente portato un beneficio ma non è detto che possa garantire il recupero, anche parziale, di ciò che è andato perso a livello intelletti­vo e motorio».

I costi La madre ha raccolto 3 milioni di dollari che hanno contribuit­o a trovare la cura

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Julia Vitarello e la figlia Mila, 8 anni, affetta da un raro morbo neurologic­o, nella casa di Longmont, in Colorado
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Mila, 8 anni, con la madre Julia. La bimba è affetta dalla rarissima malattia di Batten, per cui il Boston Children’s Hospital ha realizzato un farmaco ad personam
(Facebook) Sorridente Mila, 8 anni, con la madre Julia. La bimba è affetta dalla rarissima malattia di Batten, per cui il Boston Children’s Hospital ha realizzato un farmaco ad personam

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