Corriere della Sera

Open, Molinari ha perso il tocco Non supera il taglio «In casa dispiace»

- Domenico Calcagno Gaia Piccardi

ROMA Il disperato tentativo di chiudere il secondo giro in par, si esaurisce alla buca 17. Francesco Molinari deve recuperare due colpi per superare il taglio. Cerca il green con il secondo colpo sul par 5 di 487 metri, ma la palla si apre e finisce a destra, in un fosso circondato dagli alberi. Risultato: colpo perso e doppio bogey. Il secondo giro, complicato fin dall’inizio (primo drive contro un albero), manda fuori dall’open d’italia il miglior giocatore italiano. «Succede — spiega Chicco, mostrando un notevole self control —, lo sport è così. Rabbia? Rimpianti? Né l’uno né l’altro, penso solo a voltare pagina».

Era l’uomo più atteso dell’open numero 76 Molinari, un torneo che aveva già vinto due volte (2006 e 2016) e che comunque lo aveva sempre visto protagonis­ta fino all’ultima buca. «Il primo taglio non superato da profession­ista? No, anche nel 2007 uscii dopo due giri. Certo, in casa dispiace anche per i tifosi che vengono per applaudirt­i. Ho cercato di fare il possibile, ma non è bastato, ho giocato un golf mediocre. Cosa non ha funzionato? Non ha funzionato niente. Ora starò fermo per due settimane, poi giocherò in Cina e in Turchia. A freddo analizzerò quello che è successo, ho tante cose da mettere a posto».

L’ultimo pensiero è per il fratello Edoardo, che resta in gara (chiude a -2) ma non è soddisfatt­o: «Contento del gioco, non del risultato: se venerdì avessi chiuso a -6 non avrei rubato nulla». E per gli altri azzurri che hanno passato il taglio: Pavan, 8° a -6, Migliozzi, 19° a -5, Bertasio, Laporta e Paratore. «Edoardo e gli altri sono andati bene, è importante che qualcuno cresca e questa è stata una buona stagione per il golf italiano». Meno buona per lui, che nel 2018 ha vinto tutto e in questo 2019 ha perso il tocco magico, finito in fondo al laghetto della buca 15 di Augusta.

Oggi si riparte (dalle 12.30 diretta Sky e Golftv, sintesi serale su Raisport): per il milione e 100 mila euro destinati al vincitore restano in corsa in molti, a cominciare dall’inglese Fitzpatric­k, 1° a -10, e dal danese Hansen a -9.

A -7 c’è l’inglese Justin Rose, uno dei pochi grandi sopravviss­uti alle trappole disseminat­e sul percorso dell’olgiata.

Cadono gli dei, cadono quasi tutti ma non Berrettini. Benedetto cemento cinese, che tiene in volo i sogni di Matteo. Il numero uno Novak Djokovic si arrende a Stefanos Tsitsipas (3-6, 7-5, 6-3), che così sigilla il sesto biglietto per le Atp Finals di Londra; maestro Federer cede all’allievo Sasha Zverev annullando cinque match point (6-3, 6-7, 6-3) e buscandosi un rarissimo penalty point per «abuso di palla». A Shanghai, penultimo Master 1000 della stagione, piovono pietre che non sfiorano il momento magico del romano: Berrettini archivia ufficialme­nte la sbornia di New York, dove fu semifinali­sta a sorpresa, dimostrand­osi più solido del n. 5 del mondo Dominic Thiem, eliminato in due set (7-6 con Matteo sotto 3-0 e poi 8-7 prima di chiudere 10-8; 6-4 il secondo set) con la collaudata combinazio­ne servizio-dritto e una tenuta mentale da campione.

Nell’anno delle prime volte (prima semifinale Slam), arriva la prima semifinale in un Master 1000 che lancia l’azzurro all’undicesimo posto del ranking Atp, nuovo numero uno d’italia davanti a Fabio Fognini, che ieri si è arreso al russo Medvedev (6-3, 7-6: solo finali dopo Wimbledon per il moscovita), e in piena corsa per il Master di fine anno. Ora appena dieci punti separano Berrettini dallo spagnolo Bautista Agut (battuto da Matteo negli ottavi di Shanghai). In caso di finale, diventereb­be il Grinta Matteo Berrettini, 23 anni, si carica al Master 1000 di Shanghai

quarto italiano di sempre a fare un passo tra i primi dieci del mondo. La straordina­ria stagione del romano è pienamente riflessa dai numeri: con Thiem è arrivata la vittoria numero 39 dopo i titoli dei tornei di Budapest e Stoccarda. La grande marcia di Matteo in Cina oggi si arrampica sui tornanti della montagna Zverev, rinvigorit­o dalla Laver (Getty Images)

Cup nel team Europa e rilanciato dalla bella vittoria su Federer. I due si sono già affrontati due volte, entrambe sulla terra rossa di Roma: bilancio in parità, con vittoria di Berrettini quest’anno al Foro Italico. Zverev a quota 2.615 punti è settimo nella Race to London, Matteo lo tallona a 2.525: il duello di oggi a Shanghai sarà uno spareggio per le Atp Finals.

«Sono in totale fiducia, gioco un tennis aggressivo come piace a me — dice Matteo dalla Cina —. Ogni match è una battaglia». Chi meglio di un gladiatore, per affrontarl­a.

Self control «Rabbia? Rimpianti? No: capita, ho giocato in modo mediocre» Avanti gli altri italiani

A Shanghai Perdono Federer e Djokovic, l’azzurro in semifinale con Zverev: spareggio per Londra

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(Getty Images) Deluso Francesco Molinari, 36 anni, eliminato all’open d’italia
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