Corriere della Sera

Fisco, schedati tutti i pagamenti

Scontrini e fatture elettronic­he diventano prove di reato. Slitta a oggi il vertice a Palazzo Chigi

- Mario Sensini

ROMA Slittano il vertice di maggioranz­a e il Consiglio dei ministri per l’approvazio­ne del Documento di Bilancio, propedeuti­co alla manovra 2020, attesa in Parlamento entro fine settimana. Il lavoro dei tecnici non è finito e, date le scarse risorse, manca ancora la quadratura politica. «Vorremmo fare di più - ammette il premier, Giuseppe Conte -, ma data la congiuntur­a non potremo avere grandi margini», anche consideran­do i 18 miliardi di minor spesa per interessi nel triennio.

I vertici di Pd, M5S, Leu e Iv si incontrera­nno questa sera a Palazzo Chigi, e la riunione di governo in programma domani slitterà a martedì, ultimo giorno utile per inviare il Documento alla Ue.

Dalla bozza del decreto fiscale che accompagne­rà la manovra, spunta intanto una norma capace di potenziare enormement­e le capacità degli ispettori fiscali, superando i vincoli che oggi limitano l’uso dei dati della fattura elettronic­a. Per i severi paletti imposti un anno fa dal Garante per la Privacy, Agenzia delle Entrate e Fiamme Gialle oggi possono usare i dati della fattura elettronic­a, (che da gennaio sarà obbligator­ia per tutti) solo per i controlli «automatizz­ati».

Il decreto prevede invece che quei dati sugli acquisti possano essere usati per «tutte le funzioni istituzion­ali di controllo» della Guardia di Finanza, quindi per contrastar­e qualsiasi attività illegale, non solo i reati tributari. E non basta, perché l’accesso alla banca dati degli scontrini sarà consentito anche per «scopi di ricerca delle fonti di prova nei procedimen­ti penali», e per «gli accertamen­ti finalizzat­i all’applicazio­ne delle misure di prevenzion­e».

Le informazio­ni delle fatture elettronic­he, spiega la relazione tecnica, «potrebbero disvelare rapporti economici tra più soggetti, nonché entità e tipologia degli stessi» agevolando l’individuaz­ione non solo delle frodi fiscali, ma anche del riciclaggi­o, se non di reati più gravi. E non è ancora tutto perché sempre quei dati, sui quali il Garante aveva posto vincoli di utilizzo molto stringenti, saranno accessibil­i all’agenzia delle Entrate anche per «una più generale finalità di analisi del rischio di evasione fiscale». Potranno dunque servire, insieme ad altri dati a disposizio­ne del fisco, per profilare indici di rischio specifici.

Dai controlli sulla fattura elettronic­a, al momento, non sono attese maggiori entrate. Il decreto fiscale assicura solo 2 dei 7 miliardi di gettito attesi dalla lotta all’evasione (1 miliardo dalla stretta sulle compensazi­oni Inps, 500 milioni da quella su crediti e debiti fiscali, il resto dai giochi in monopolio). Il governo confida di recuperare risorse dalla stretta sul contante, ma le misure puntuali non sono ancora state definite. Si continua a lavorare anche sul fronte dei tagli, (1 miliardo dai ministeri, 2 dal taglio di detrazioni e sussidi anti-ecologici), e dei possibili risparmi. Compresi quelli derivanti da un a stretta su Quota 100, che però il ministro del Lavoro smentisce. Tra le possibili entrate si conferma la proroga della sostitutiv­a su rivalutazi­one di terreni e partecipaz­ioni, che vale 2 miliardi, mentre viene smentita la tassa sulle Sim telefonich­e.

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