Otto anni fa ha sterminato la famiglia. «Arrestato in Scozia»: il Dna svela l’errore
PARIGI Poco prima delle 21 di venerdì, l’annuncio clamoroso: «Xavier Dupont de Ligonnès è stato arrestato in Scozia». Scoop del Parisien, dopo 20 minuti conferma della Afp, e a seguire dei più importanti media francesi, ognuno con fonti proprie nella polizia. Enorme emozione, la fuga di otto anni è finita, l’uomo sospettato di avere ucciso moglie e quattro figli nell’aprile 2011 a Nantes è stato ritrovato; radio e tv francesi organizzano edizioni speciali, i siti di tutto il mondo raccontano ai loro lettori la storia della famiglia Dupont de Ligonnès. Alle 13 di ieri, clamorosa retromarcia: «L’uomo arrestato a Glasgow non è il ricercato», lo stabilisce il test del Dna.
La vicenda Dupont de Ligonnès ha ispirato libri, documentari, decine di trasmissioni e poche settimane fa un film e una serie televisiva. La sua scomparsa è diventata proverbiale ed è entrata a fare parte della cultura popolare francese: negli anni l’uomo è stato oggetto di molti avvistamenti più o meno credibili, mentre gli investigatori si dividono tuttora tra chi pensa si sia ucciso poco dopo la strage e altri convinti della fuga.
Xavier Dupont de Ligonnès nasce a Versailles nel 1961, figlio di un ingegnere che se ne va di casa quando Xavier ha circa 10 anni, e di una madre che fonda una setta e si rifugia in un castello della Bretagna in attesa della fine del mondo. Affezionato alla sua discendenza nobiliare, ma privo di mezzi per vivere all’altezza del suo rango, da adulto Dupont de Ligonnès tenterà alcune iniziative commerciali senza successo, e si ridurrà a chiedere prestiti ad amici e parenti per finanziare casa, varie auto, vacanze e scuole private dei figli. La moglie Agnès insegna catechismo nella scuola cattolica di Nantes. Nel gennaio 2010 Xavier Dupont de Ligonnès invia un’email alla sua amante, che già gli aveva prestato 50 mila euro: «Non dormo più, la mia vita attuale finirà nei prossimi mesi se non trovo subito 25 mila euro». A inizio aprile 2011 Dupont de Ligonnès, all’epoca 50enne, fa perdere le tracce. Una settimana dopo nel giardino di casa vengono ritrovati i cadaveri della moglie Agnès, 48 anni, dei quattro figli Arthur (21), Thomas (18), Anne (16) e Benoît (13) e dei due cani labrador di famiglia, tutti uccisi con colpi di fucile alla testa.
In questi otto anni sono state avanzate le ipotesi più fantasiose sul ricercato: protetto dalla mafia corsa a Bastia, nascosto nelle grotte del Var, morto e sepolto in una foresta, rifugiato in Italia, riparato negli Usa in quanto agente segreto della Cia. La polizia ha ricevuto centinaia di segnalazioni da tutto il mondo, ma mai si era arrivati all’arresto di un uomo, con l’annuncio del
Film e serie tv
Dal 2011 nessuna traccia dell’uomo: la vicenda ha ispirato libri, film e serie televisive
ritrovamento dato per certo.
Come è stato possibile? La polizia scozzese si è mossa dopo una telefonata anonima, e in collaborazione con quella francese venerdì pomeriggio ha arrestato all’aereoporto di Glasgow in arrivo da Parigi un uomo in possesso di un passaporto a nome di Guy Joao, residente a Limay, a 50 km da Parigi. L’afp ha avuto conferme — da quattro fonti distinte e vicine all’inchiesta — che si trattava del sospetto assassino, con passaporto rubato e volto trasformato dalla chirurgia plastica. La polizia scozzese sembra sia stata tratta in inganno dalle impronte digitali che coincidevano in parte con quelle di Dupont de Ligonnès. Invece l’arrestato era davvero il povero signor Guy Joao, che vive tra Limay e Glasgow e non c’entra nulla con Dupont de Ligonnès. Un nuovo capitolo della tragica e incredibile storia del «mostro di Nantes».