Corriere della Sera

Agente stermina la famiglia Il figlio superstite: «Sconvolto»

Foggia, tre vittime. Poi anche l’assistente capo della Polizia penitenzia­ria si è sparato

- Bepi Castellane­ta

ORTA NOVA (FOGGIA) Quando sono arrivati i carabinier­i la porta color noce dell’appartamen­to era socchiusa, proprio come poco prima aveva annunciato la voce di quell’uomo telefonand­o al centralino della caserma. «Ho ucciso mia moglie e le mie figlie, ora mi uccido, lascio aperto», ha detto ai militari Ciro Curcelli. Lui, 53 anni, assistente capo della polizia penitenzia­ria in servizio al carcere di Foggia, dopo aver sterminato la sua famiglia si è steso sul letto e ha sparato per l’ultima volta: un colpo alla gola, ultimo atto di una strage pensata e consumata tra le mura di casa.

Là dentro, al terzo piano di quella palazzina dalla facciata beige circondata dagli alberi, sono rimasti il suo cadavere e quelli della moglie, Teresa Santolupo, 54 anni, e delle figlie, Valentina e Miriana, 18 e 12 anni; l’altro figlio, Antonio, 26 anni, si è salvato perché da tempo vive a Ravenna. È accaduto a Orta Nova, località con poco meno di diciottomi­la abitanti a una ventina di chilometri da Foggia, terra di braccianti nel cuore del Tavoliere pugliese, distese di campagne arse dal sole e coltivate a pomodoro.

I carabinier­i hanno ormai ricostruit­o le fasi di una tragedia che si è consumata nel cuore della notte. Erano le 2 e 30 quando Curcelli si è alzato, ha vagato nella casa di via Guerrieri, ha impugnato la calibro 9 d’ordinanza, si è avvicinato alla moglie e ha aperto il fuoco, uccidendol­a nel sonno.

Poi il sottuffici­ale di polizia è entrato nella stanza delle figlie e ha premuto ancora il grilletto freddandol­e entrambe. A quel punto il 53enne ha telefonato ai carabinier­i: ha raccontato quello che aveva fatto avvertendo che avrebbe lasciato la porta aperta, si è steso accanto al cadavere della moglie e si è sparato. Quando sono arrivati i militari respirava ancora: è scattata la corsa in ambulanza verso l’ospedale di Foggia, dove l’uomo è arrivato senza vita.

Adesso Orta Nova è un paese sotto choc dove il dolore si mescola all’incredulit­à. Dinanzi a quella palazzina a due passi dal centro c’è un mazzo di fiori rossi e gialli lasciati dalle amiche di Valentina. E la gente continua a chiedersi come sia stato possibile. «Non abbiamo mai sentito un grido, un litigio, erano bravissime persone, l’unica cosa che ho notato è che ultimament­e lui era un po’ depresso», racconta una vicina di casa. Là vicino c’è Marco, il fidanzato della 18enne: «Stavamo insieme da un anno e sette mesi, mi diceva che in famiglia non aveva alcun tipo di problema, era sempre felice».

I carabinier­i hanno avvisato il terzo figlio di Curcelli, Antonio, scampato alla strage perché da quattro anni lavora in una ditta di facchinagg­io a Ravenna. «Non avrei mai potuto pensare a una cosa del genere, sono sconvolto», ha ripetuto in lacrime ai militari appena arrivato a Orta Nova.

Anche i colleghi del poliziotto spiegano di non aver notato nulla di strano. «Ci siamo visti venerdì durante il turno di lavoro, era tranquillo», dice Nicola Calabrese, anche lui in servizio a Foggia. Poi aggiunge: «Non parlava molto, era taciturno, ma escludo che potesse essere depresso».

Intanto, mentre i sindacati di polizia penitenzia­ria lanciano l’allarme sulle difficili condizioni di lavoro nelle carceri, le indagini sulla strage vanno avanti. Il procurator­e di Foggia, Ludovico Vaccaro, ha disposto l’autopsia e accertamen­ti sui tabulati telefonici.

I carabinier­i hanno perquisito l’appartamen­to, ma non hanno trovato nulla che possa aiutare a spiegare le ragioni della tragedia: in casa non c’era alcun messaggio di addio, nessun biglietto, insomma nulla che lasci pensare a qualcosa di pianificat­o da tempo. Nell’abitazione, soltanto quel che rimane di una vita normale spazzata via dall’orrore: le fotografie di famiglia, gli oggetti di ogni giorno. Tutto cancellato in pochi istanti.

Nella notte L’uomo ha ucciso nel sonno la moglie e le due figlie di 18 e 12 anni

La telefonata

Prima di suicidarsi la telefonata ai carabinier­i: «Troverete la porta aperta»

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Tragedia Ciro Curcelli, 53 anni, e a destra la figlia Valentina, 12 anni, mentre alla sinistra dell’omicida la moglie Teresa e la figlia Valentina di 18 anni

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