«Saccia, la duchessa prigioniera nel maniero»
Questa drammatica storia svela l’origine del nome di un piccolo paese del Cilento, Sacco (provincia di Salerno), del quale io stesso sono originario.
Secondo un’antica leggenda, la sua voce disperata si leva ancora tra le rovine del castello e i massi ciclopici che gli fanno da contorno. È quella di Saccia, vittima ante litteram di femminicidio negli ultimi decenni del VI secolo dopo Cristo. Il marito, uno dei nobili di Benevento appartenente alla corte del duca Zottone, che aveva capitanato la penetrazione longobarda nel Sud (al quale succederà Arechi I), l’aveva rinchiusa in un maniero, dove si trova attualmente il sito archeologico di Sacco. Ci troviamo nel Cilento interno, dove la dolcezza della natura fa il paio con il senso dell’accoglienza.
Della fine della sventurata, accusata di adulterio dal marito aguzzino, secondo la testimonianza scritta dell’abate don Francesco Sacco, storiografo del regno di Napoli, non ci sono altri particolari.
Al suo riscatto, postumo alla morte tragica, ci penseranno i saccatàri dell’epoca. Il nuovo abitato, edificato a valle con l’attenuarsi delle esigenze di difesa, sarà denominato Sacco a perenne ricordo della povera duchessa.
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