Giustizia e economia, «Gli investimenti? Con regole chiare»
Giustizia e crescita sono legate. Partiamo da un caso. Enel ha rinunciato a realizzare un impianto per la produzione di energia rinnovabile al Sud perché dopo i primi passi mossi nel 2002 con il progetto, le autorizzazioni ottenute nel 2009 e le vittorie al Tar e al Consiglio di Stato, è ancora pendente un processo penale. L’esempio di un uso «distorto» dello strumento giudiziario è stato raccontato da Giulio Fazio, General counsel (direttore Affari legali e societari) di Enel, in una tavola rotonda di «Giustizia & crescita: the young hope», la tre giorni organizzata a Napoli dal movimento «Fino a prova contraria». Ieri la giornata si è conclusa con un dialogo con il ministro per gli Affari europei Enzo Amendola.
Al panel «Giustizia e investimenti: priorità e obiettivi» hanno partecipato anche l’ex vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Giovanni Legnini, il General counsel (direttore della Funzione legal and tax) di Tim Agostino Nuzzolo e il presidente di Fincantieri Giampiero Massolo. Il movimento «Fino a prova contraria» promuove una riforma complessiva del sistema giudiziario, partendo dall’assunto che «una giustizia equa ed efficiente rende un Paese più giusto e competitivo».
I provvedimenti sulla giustizia goccia a goccia non funzionano, ha osservato l’ambasciatore Giampiero Massolo, che ha proposto un forum permanente su giustizia ed economia, che potrebbe essere ospitato dal Cnel. È evidente che nonostante siano stati fatti passi aventi per velocizzare i tempi, in Italia c’è un tema di risorse che servono per la giustizia, ha sottolineato Giovanni Legnini.
Legalità e Stato di diritto (rule of Law) sono fondamentali — ha sottolineato Agostino Nuzzolo — per promuovere la crescita economica, lo sviluppo sostenibile, i diritti umani e l’accesso alla giustizia. «Il Rule of Law Index elaborato dalla World Bank — ha ricordato — misura la legalità di ogni singolo Stato. Si sostiene che un aumento di 1% dell’indice di legalità aumenterebbe del 2% circa il Pil pro capite». In quell’indice l’italia è al 28esimo posto, la Francia al 17esimo, la Germania al sesto, la Danimarca al primo.
7,7 anni La durata dei procedimenti giudiziari in Italia
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