Zverev è perfetto Berrettini si arrende ma «vede» Londra Prima finale per Coco
Matteo Berrettini, a Shanghai, è arrivato fin dove è potuto arrivare. Si è arrampicato fino alle semifinali, ed era la prima volta che gli capitava in un Masters 1000, ma per battere lo Zverev di ieri forse non sarebbe bastato neanche il miglior Federer. Non la versione stranamente nervosa di Roger vista venerdì contro il tedesco, per intenderci. Quella del warning e del penalty point. Berrettini ha perso 6-3, 6-4 in poco più di un’ora, ma lascerà la Cina da numero 11 del ranking mondiale e soprattutto da numero 1 del tennis italiano, dopo aver scavalcato Fabio Fognini. Glielo avessero detto un anno fa, Matteo si sarebbe messo a ridere.
Con Zverev si era incontrato solo al Foro Italico: una vittoria per parte. A Shanghai, invece, Sascha — a cui sono bastati due break, nel quarto game del primo set e nel nono del secondo — ha portato la sua versione migliore: zero palle break concesse, 11 ace, un solo doppio fallo, 81% di prime palle e 89% di punti vinti con la prima. Ingiocabile, un po’ come l’avversario di oggi in finale: quel Daniil Medvedev che ha spazzato via anche Tsitsipas e che da fine luglio infila soltanto finali. Alle Finals di novembre, Medvedev è già sicuro di esserci: Berrettini dovrà mettere da parte altri punti nel mese che resta, soprattutto nell’ultimo Masters 1000, quello di fine mese a Parigi-bercy. Rientrerà in Europa e, prima di Parigi, giocherà a Vienna. Si chiudesse oggi la Race to London, Matteo (8° con 2.525 punti) sarebbe dentro, ma i punti di vantaggio sullo spagnolo Bautista