Corriere della Sera

Fitzpatric­k ok ma sorridono anche Pavan e Laporta

- Marco Dal Fior

Il terzo giro di un torneo di golf quasi sempre è una specie di altalena. Gli inglesi lo chiamano «moving day» e nei mille su e giù, c’è chi ride e c’è chi piange. A Roma, sul campo dell’olgiata, dopo 54 buche del 76° Open d’italia, sorridono l’inglese Fitzpatric­k (-13 per il torneo) che ha mantenuto la leadership grazie a un gran finale (4 birdie nelle ultime 6 buche), lo scozzese Macintyre e il california­no Kitayama, autori di due ottimi giri che li hanno issati in zona podio. Piangono Hansen (+2 di giornata) venerdì in vetta e ora disperso in 10ª posizione e, soprattutt­o, Justin Rose, precipitat­o al 51° posto dopo un disastroso +7 . Sorridono anche due italiani, Andrea Pavan e Francesco Laporta, a ridosso dei primi, rispettiva­mente a –7 e -6. Pavan, partito malissimo con tre bogey e un doppio bogey, si è ripreso per strada e ha chiuso il suo giro un colpo sotto il par. «Ho vagato per tutto il campo — sorride alla fine — e ho infilato qualche errore di troppo. Però sono lì con i primi. La vittoria, forse, è un sogno un po’ troppo presuntuos­o, ma spero di chiudere bene il torneo». Francesco Laporta, (5 birdie e un doppio bogey) respira con gusto l’aria dell’alta classifica: «Sto giocando bene, non penso a difendere la posizione, mi butto all’attacco e vada come vada. Ho fatto un doppio bogey alla 6 e forse avrei potuto evitarlo: ho provato a fare il Ballestero­s, ma l’ho pagata. Stare in alto in classifica è una sensazione bellissima, ma mancano 18 buche e all’olgiata sono un’eternità. Può succedere di tutto». Lo vedranno gli spettatori che cominciano ad affollare numerosi i fairways dell’olgiata e chi vorrà seguire la gara in tv: diretta su Rai Sport, Sky e Golftv dalle 12 alle 17.

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