Copasir, via all’indagine sul Russiagate
Le verifiche della commissione sulle mancate informazioni del premier al Parlamento e ai ministri
Perché il premier Giuseppe Conte non ha informato il Copasir di aver autorizzato l’incontro sul Russiagate tra il ministro della Giustizia americano William Barr con i capi degli 007? E perché non ha avvisato i ministri competenti? Ruota attorno a questi due interrogativi l’indagine che sarà avviata oggi dal Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti. Ma non solo. Le verifiche che saranno compiute saranno allargate anche a quanto accaduto negli ultimi giorni con la guerra all’interno delle strutture di intelligence e i tentativi di coinvolgere altre istituzioni nella vicenda. L’appuntamento è fissato alle 14, quando l’ufficio di presidenza stilerà il calendario delle audizioni: si comincerà con Conte e dopo saranno convocati il direttore del Dis Gennaro Vecchione e quelli delle due Agenzie, Luciano Carta per l’aise e Mario Parente per l’aisi.
Le riunioni
La storia è ormai nota. A ferragosto Vecchione incontra Barr che chiede notizie sul professore della università Link Campus Joseph Mifsud. Nel 2016 il docente ha infatti rivelato a un collaboratore di Donald Trump che i russi avevano mail compromettenti per la rivale nella corsa alle presidenziali Hillary Clinton. Ma poi è scomparso e la convinzione di Trump è che fosse in realtà un «agente provocatore» assoldato dai servizi segreti europei proprio per svelare le trame del futuro presidente degli Stati Uniti contro gli avversari.
Barr vuole sapere da Vecchione che notizie hanno gli 007 italiani su Mifsud, che cosa sanno della Link Campus, ottenere tutte le informazioni sulle persone che con lui hanno avuto contatti e rapporti. Barr è un esponente politico, dunque la sua istanza dovrebbe passare per il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, ma Conte dà il via libera e dopo dieci giorni Vecchione «gira» la richiesta a Carta e Parente con una lettera. Nelle settimane successive i direttori dei Servizi incontrano il premier per discutere come procedere. Ed evidentemente vengono autorizzati, visto che il 27 settembre partecipano tutti insieme alla riunione con Barr nella sede centrale del Dis. Nella sala c’è anche il procuratore John Durham, incaricato di svolgere una controinchiesta sul Russiagate e negare che Trump abbia tentato di ostacolare le indagini.
Il dossier Usa
Il resoconto della riunione e dei precedenti incontri è in un report stilato da Barr che però è ancora segreto. Che cosa ha inserito nel dossier? Quali informazioni ha ottenuto? Finora nulla è trapelato, anche perché Conte — titolare della delega ai Servizi — non ha ritenuto di dover informare né i ministri del governo gialloverde né quelli del governo giallorosso. E dunque dovrà rivelarlo proprio al Copasir.
L’altra, delicatissima questione, la solleva Adolfo Urso, vicepresidente del Copasir per Forza Italia: «Il capo del governo ci dovrà dire come mai non abbia ritenuto di dover smentire ufficialmente la falsa notizia, gravissima, diffusa da “fonti” di Palazzo Chigi, che il Quirinale era stato informato degli incontri costringendo la presidenza della Repubblica a diramare un comunicato». E tanto basta per capire il livello di scontro.