Corriere della Sera

TRUMP POTREBBE PAGARE L’ABBANDONO DEI CURDI

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Caro Aldo, seguendo le vicende in Siria, ci si chiede cosa debba fare l’europa in questa situazione. Ernesto Galli della Loggia ha detto una cosa molto giusta, ospite da Lucia Annunziata, a proposito di questo: l’europa è decerebrat­a, c’è bisogno di un atto forte, di qualcosa che faccia colpo. Come potrebbe esserlo la minaccia dell’uscita dell’italia dalla Nato, oppure l’invio delle truppe italiane, francesi, tedesche al confine con la Turchia. Lei cosa ne pensa? Sofia Sossai, Conegliano Come molti provo una grande indignazio­ne sia davanti all’aggression­e di Erdogan contro i curdi sia davanti alla cinica ritirata di Trump. Massimilia­no Santalucia Cottingham (Regno Unito)

Cari lettori,

Non c’è dubbio che il ritiro americano dalla Siria apra un ulteriore spazio diplomatic­o a Putin, che si ergerà come mediatore del conflitto. Ma il dato più inquietant­e è che l’occidente, tradendo e abbandonan­do i curdi, ha scritto forse la pagina più vergognosa della sua storia recente.

L’europa non è stata in grado di trovare mille uomini da schierare al posto degli americani, non certo per combattere i turchi, ma per impedire con la loro sola presenza il massacro dei curdi. Presidiamo il Kosovo, dove la guerra è finita da vent’anni, e il Libano, dove la situazione è relativame­nte tranquilla; ma ci teniamo a prudente distanza dalle aree in cui sono in gioco vite, diritti, sicurezza. La colpa non è dei militari. Ne ho conosciuti tanti, generali e reclute, orgogliosi di servire la patria in terra straniera. So per certo che sarebbero stati fieri di farlo anche sul confine turco-siriano. Sono i migliori tra noi italiani. La colpa è dei leader politici, timorosi di perdere consenso. Ed è nostra: siamo troppo abituati a girare la testa dall’altra parte. Ciò non toglie che le responsabi­lità di Trump siano gravissime. Nella sua ansia di disimpegna­rsi, il presidente non capisce una regola fondamenta­le: una potenza non tradisce i suoi alleati. Se lo fa, perde credibilit­à e autorevole­zza. Nessuno si fida più di lei. Alla lunga, nessuno ne avrà più paura. Certo, tra poco più di un anno, alle presidenzi­ali, si voterà soprattutt­o sull’economia, sulle tasse, sull’immigrazio­ne. Tutti temi in cui Trump è in vantaggio. Ma si voterà anche sul prestigio dell’america, sul suo ruolo nel mondo. L’operaio della Pennsylvan­ia e il pensionato della Florida votano certo sull’economia; ma al prestigio e alla potenza del loro Paese ci tengono. Magari avere seguito sul campo sei elezioni americane non mi ha insegnato nulla. Ma forse, sul medio periodo, questo tradimento dei curdi Trump rischia di pagarlo.

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