Corriere della Sera

«Un piano da tre miliardi per ferrovie e strade»

De Micheli (Pd): 3 miliardi nel 2020 per lavori pubblici su ferrovie e strade

- di Andrea Ducci

«Con un piano pluriennal­e, ci saranno undici miliardi per i lavori pubblici», spiega nell’intervista la ministra alle Infrastrut­ture Paola De Micheli.

ROMA «Nella manovra c’è già tutta la prima pagina del programma di governo. E non era affatto scontato. Io lo so bene, perché — racconta la ministra delle Infrastrut­ture e dei Trasporti Paola De Micheli (Pd) — ricordo quando con Stefano Patuanelli partecipav­o alla stesura di quel documento e già sembrava un’impresa cancellare l’aumento dell’iva. In più, nella manovra ci sono il taglio delle tasse sul lavoro, il rifinanzia­mento di Industria 4.0, il piano casa e le misure di contrasto all’evasione. Era talmente poco scontato che c’è chi si è dato a gambe levate per non prendersi la responsabi­lità di questa manovra».

Matteo Salvini?

«Diciamo un maschio padano», sorride la ministra.

Nel Consiglio dei ministri avete litigato su contante e carcere agli evasori. E ora sarà battaglia anche in Parlamento, le premesse non sono le migliori…

«Discusso, non litigato. Un confronto approfondi­to sulle singole questioni. Ho visto finora 12 manovre, questa è la prima da ministra e mai ne ho vista una tranquilla. È giusto quindi che anche in Parlamento si discuta».

Dunque la manovra potrà cambiare?

«Nei saldi non credo, ma potranno esserci migliorie».

Lei ha proposto un piano pluriennal­e di investimen­ti pubblici. Di cosa si tratta?

«Prevede un piano annuale di 3 miliardi che aggiorna i contratti di programma con Rete ferroviari­a italiana e Anas e finanzia la manutenzio­ne di ponti e gallerie. Viene istituito un Fondo unico per i Comuni sotto i 5 mila abitanti per le opere che migliorano la qualità della vita. Infine, ci sono nuove risorse per le tramvie e le metro».

L’integrazio­ne di Anas con Fs è confermata o si tornerà a due società separate?

«All’epoca dell’integrazio­ne ero contraria. Ma ora che è fatta va valutata sulla base dei risultati senza pregiudizi».

A che punto è la nomina dei 70 commissari per le grandi opere bloccate?

«Non li nomineremo tutti. Prima faremo una verifica sulle singole opere. La nomina è una facoltà del governo, la esercitere­mo dove serve, entro l’anno. A partire da quello per il nodo di Genova».

Come funzionera­nno il «bonus facciate» e il piano «rinascita urbana»?

«Il primo è una detrazione del 90% sul rifaciment­o delle facciate degli edifici rivolta ai privati. Il secondo è destinato ai bandi nei comuni sopra 60 mila abitanti per programmi di edilizia pubblica. Lo Stato finanzia fino a 20 milioni per bando, il resto lo metteranno Regioni e privati. È una risposta alla carenza di 600 mila unità immobiliar­i e lo finanziamo con un miliardo di euro».

È favorevole o contraria al Ponte sullo Stretto?

«Contraria. Penso che se il ponte fosse stata una vera esigenza, in 20 anni di discussion­i e governi di tutti i colori si sarebbe fatto».

È favorevole o contraria al salvataggi­o pubblico di Alitalia?

«Favorevole. Non è un salvataggi­o ma un rilancio. Per noi Alitalia è ancora strategica. Credo che la volontà di costituire il consorzio confermata martedì sera da Fs e Atlantia sia un buon segnale».

Ma Atlantia aderirà se prima non otterrà dal governo

Il confronto Abbiamo discusso, non litigato. Ora è giusto che si discuta anche in Parlamento

la garanzia di non perdere le concession­i autostrada­li?

«Le due cose sono state, sono e saranno separate. Le dichiarazi­oni dopo il consiglio di amministra­zione di Atlantia mi sembrano da questo punto di vista positive».

Quando deciderete se revocare le concession­i?

«Terminata l’istruttori­a, tra qualche settimana».

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