Corriere della Sera

«Grazie a noi testo più equo Irritanti i pregiudizi dem»

Bellanova (Iv): le nostre priorità sono quelle del governo Renzi

- di Maria Teresa Meli

«Con il Pd dicevamo le stesse cose, che senso ha contrastar­ci ora?». Così al Corriere la ministra alle Politiche agricole Teresa Bellanova, renziana.

ROMA Ministra Bellanova, la manovra la soddisfa?

«È stato il primo banco di prova vero della nostra capacità di tenuta e sintesi. In un caso e nell’altro lo trovo un risultato accettabil­e».

Che avete ottenuto voi di Italia viva?

«L’iva è un pezzo del patto fondativo di governo. Il Family act prende forma: più 600 milioni per le famiglie, asili nido, sette giorni di permesso di congedo per i padri. Le famiglie si tutelano così, perché non si debba scegliere tra fare figli e lavorare. Soddisfatt­a anche perché rimettiamo al centro dell’agenda l’agricoltur­a. Irpef agricola, fondo di solidariet­à per l’emergenza cimice asiatica, sostegno ai giovani e alle donne. Le nostre priorità sono chiare: crescita e inclusione, qualità territoria­le fisica e sociale. Sono quelle del governo Renzi e hanno funzionato. Abbiamo aiutato la maggioranz­a a costruire una manovra più equa, Non è poco».

Quali punti non la convincono?

«Siamo una maggioranz­a composita, la sintesi è un lavoro. La sobrietà nelle dichiarazi­oni preziosa. Quanto a quota 100, l’ho sempre considerat­a una misura inopportun­a, senza togliere a nessuno il diritto alla pensione. Non è struttural­e, è a tempo e per pochi. Non considera i lavori usuranti, discrimina i lavoratori e sottrae, in una situazione in cui la coperta è stretta, risorse a migliaia di giovani e famiglie. Per questo abbiamo proposto di investire quelle risorse su famiglie, giovani, chi il lavoro lo cerca e se fossero destinate alla crescita lo potrebbe trovare, chi difficilme­nte avrà una pensione perché non l’ha maturata nonostante anni di lavoro».

Che avreste voluto voi che invece nella manovra non c’è?

«Non ho fatto il gioco del più uno prima, non lo faccio adesso. Questo governo è nato per fare l’interesse del Paese. Per mesi ci siamo sentiti dire che venivano prima gli italiani ma l’italia era in sofferenza ed era sparita dai radar europei con un vicepremie­r che preferiva le spiagge collocando­si in missione dal Senato. L’interesse nazionale è cosa maledettam­ente seria che qualcuno ha ridotto ad avanspetta­colo».

Proporrete degli emendament­i?

«I nostri gruppi parlamenta­ri sicurament­e saranno in grado di avanzare proposte di qualità».

È stato più facile trovare un’intesa con M5S o con il Pd?

«Io parlo con tutti. Mi irrito quanto i pregiudizi precedono il merito. Per esempio: Marattin è stato capogruppo in commission­e Bilancio per il Pd, dice quello che ha sempre detto. Che senso ha contestarl­o adesso? Se è proprio necessario, il conflitto esercitiam­olo solo se è utile al Paese».

Conte vuole norme antievasio­ne intransige­nti.

«Il deterrente non sono né le manette né l’entità della pena. La confisca dei patrimoni alla criminalit­à mafiosa dice cos’è che fa male. Chi utilizzava il contante continuerà a farlo. La fatturazio­ne elettronic­a l’abbiamo fatta noi, e ha permesso a questa manovra qualche agio in più. Alle manette preferisco la semplifica­zione, la sburocrati­zzazione, un patto sociale con il Paese. Se lo sai mantenere, funziona

I rapporti post scissione Marattin dice le stesse cose di quando era nel Pd Che senso ha che venga contrastat­o solo adesso?

meglio e dà di più».

Ieri si è insediato il Tavolo interistit­uzionale sul caporalato.

«Con le ministre Catalfo e Lamorgese. L’obiettivo è sconfigger­e il caporalato per liberare lavoratori e imprese. Rafforzare la Rete del lavoro agricolo di qualità. Anche così l’agricoltur­a diviene un pezzo del futuro del Paese».

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