Corriere della Sera

Il «bonus facciate» senza limiti di spesa

- Lorenzo Salvia

Oltre alla conferma delle agevolazio­ni esistenti, sulla casa c’è una misura nuova, il bonus facciate. È la detrazione del 90% delle spese sostenute per la ristruttur­azione delle facciate degli edifici. Una proposta, avanzata dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschi­ni, che dovrebbe servire «a dare un volto nuovo alle città». Il bonus si ispira dichiarata­mente alla Legge Malraux, approvata in Francia nel 1962 su proposta dello scrittore e allora ministro André Malraux. L’agevolazio­ne è prevista per un solo anno e quindi sarà possibile detrarre i costi sostenuti nel 2020. Non ci sono limiti di spesa o di reddito per le persone che usufruisco­no del bonus. Non è previsto nemmeno un fondo per coprire i costi. La convinzion­e è che l’incentivo si possa finanziare da solo mettendo in moto un numero di cantieri tale da compensare o addirittur­a superare, attraverso il gettito aggiuntivo dell’iva, il costo delle agevolazio­ni. Ma quale potrebbe essere l’effetto concreto? L’unione europea delle cooperativ­e ricorda che in Italia ci sono 1,8 milioni di edifici che hanno oltre cento anni. In realtà il bonus facciate non prevede requisiti particolar­i per i palazzi da restaurare, e può essere applicato anche agli edifici moderni. E questo a differenza della legge francese che, sebbene cambiata più volte, poteva essere applicata solo agli edifici storici. «L’incentivo è positivo — osservano dall’ance, l’associazio­ne dei costruttor­i — ma sarebbe utile disegnarlo in modo che nelle zone periferich­e e disagiate non si preferisca questo bonus agli altri, meno generosi, che però migliorano la sicurezza o l’efficienza energetica».

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