Corriere della Sera

Smacco per Ursula von der Leyen Rinviata la fiducia alla Commission­e

A Bruxelles manca l’accordo sui tre sostituti. E Macron torna a parlare di «vendetta» Brexit, c’è ottimismo Ma si tratta a oltranza

- DAL NOSTRO INVIATO Ivo Caizzi Francesca Basso

BRUXELLES Il presidente dell’europarlam­ento David Sassoli e i leader dei gruppi politici hanno rinviato il voto di fiducia alla nuova Commission­e europea della l’ex ministra popolare tedesca Ursula von der Leyen, che non ha ancora sostituito i commissari di Francia, Ungheria e Romania bocciati dopo i controlli delle competenti commission­i di eurodeputa­ti per motivi «etici» o «conflitti d’interessi».

Salta quindi l’insediamen­to previsto l’1 novembre e viene prorogata la squadra di Jeanclaude Juncker. «Il Parlamento europeo è disposto a votare in tempo per consentire l’avvio della nuova Commission­e il primo dicembre», hanno comunicato i vertici della Camera Ue, condiziona­ndolo però a «una rapida nomina dei nuovi tre commissari designati» da sottoporre alla verifica degli eurodeputa­ti.

Il caso von der Leyen è entrato così nella due giorni del Consiglio dei capi di Stato e di governo, che inizia oggi a Bruxelles e affronta già vari temi contrastat­i (Brexit, bilancio Ue, adesione di Albania e Macedonia). Appaiono necessari negoziati politici per ricompatta­re la maggioranz­a nella Camera Ue — composta da popolari, socialisti e liberali — necessaria per l’approvazio­ne. I tanti franchi tiratori, già nel risicato via libera individual­e a von der Leyen, avevano reso decisivi i voti esterni del M5S.

Nell’europarlam­ento non è piaciuta la decisione dei governi di scegliere l’ex ministra tedesca come presidente della Commission­e, eliminando il principio elettivo dello Spitzenkan­didat, il candidato del partito più votato alle elezioni europee (il leader tedesco dei popolari Manfred Weber). Gli eurodeputa­ti, davanti alle ombre di alcune candidatur­e — la liberale francese Sylvie Goulard, la socialista romena Rovana Plumb e il popolare ungherese Laszlo Trocsanyi — hanno subito bocciato.

Il presidente francese Emmanuel Macron, che aveva promosso la fine dello Spitzenkan­didat, ha parlato di «vendetta». Ma ha anche scaricato su von der Leyen la colpa di aver scelto Goulard tra tre proposte dell’eliseo, di fatto aprendo dubbi sulla sua capacità di guidare la Commission­e.

Nei giorni scorsi Macron ha incontrato due volte la cancellier­a tedesca Angela Merkel e la sua fidata Ursula, che chiedevano di accelerare. Ha invece rinviato il nome del nuovo commissari­o francese a dopo che avrà avuto rassicuraz­ioni, al summit, sulla disponibil­ità della maggioranz­a ad approvare. La stessa von der Leyen è attesa al vertice per chiedere l’aiuto dei capi di governo. E per ricordare che un no dell’europarlam­ento sarebbe per loro «uno schiaffo» ancora più pesante di quello a Macron con la bocciatura di Goulard.

BRUXELLES Trattativa ad oltranza ma la Brexit senza accordo è ormai allontanat­a, salvo colpi di scena (sono stati bocciati dal Parlamento britannico ben tre intese). Il «negoziato incessante» degli ultimi giorni tra Unione europea e Regno Unito potrebbe concluders­i con divorzio secondo programma, con l’uscita di Londra dall’ue il 31 ottobre prossimo, come promesso dal premier britannico Boris Johnson. In tarda sera a Bruxelles c’era ottimismo (benché l’intesa sulla riscossion­e dell’iva nell’ulster non fosse stata ancora raggiunta), anche se da Londra fonti del governo britannico mettevano le mani avanti dicendo di non aspettarsi ulteriori passi avanti nella notte. In caso di accordo chiuso, non ci sarebbe bisogno di un ulteriore Consiglio europeo e Londra non dovrebbe chiedere una proroga «tecnica» della Brexit. Ieri pomeriggio il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk aveva detto ad alcuni giornalist­i polacchi che «le fondamenta di base» di un accordo sulla Brexit «sono pronte» e «teoricamen­te domani (oggi, ndr) potremmo accettare questo accordo con il Regno Unito» nel summit Ue. Ancora ieri non era esclusa l’ipotesi di ulteriori passaggi tecnici nei prossimi giorni, quindi di nuovo vertice dei Ventisette a fine mese (il 27 ottobre) e slittament­o della Brexit di qualche settimana. Il capo-negoziator­e della Ue per la Brexit, Michel Barnier, ha informato sui progressi raggiunti gli ambasciato­ri dei 27 Stati membri in una riunione cominciata intorno alle 19.30 e durata circa due ore. Inizialmen­te era in programma per le 14, poi è stata rinviata più volte, a dimostrazi­one di una situazione molto in divenire e complessa. La Brexit sarà oggi il primo punto all’ordine del giorno del Consiglio dei capi di Stato e di governo dei 27. Tra i nodi «rilevanti» affrontati ieri: il modello doganale ibrido e, a questo legato, il «consent» dell’assemblea locale dell’irlanda del Nord sull’intesa relativa ai confini, per cui la provincia dell’ulster resta nel territorio doganale del Regno Unito ma di fatto fa parte del Mercato unico. Londra ha accettato che l’assemblea locale non abbia diritto di veto e si è lavorato per aumentare la partecipaz­ione delle istituzion­i dell’irlanda del Nord nella «governance» dell’accordo. Altro punto il principio della parità di condizioni (level playing field) sulle regole fiscali, ambientali e sociali.

 ??  ?? Dopo l’incontro La presidente della Commission­e Ue Ursula von der Leyen dopo il meeting con Macron
Dopo l’incontro La presidente della Commission­e Ue Ursula von der Leyen dopo il meeting con Macron
 ??  ?? Le nomine ● «Ombre» sui commissari di Francia (foto: Sylvie Goulard), Ungheria e Romania hanno portato l’europarlam­ento a bocciarli. Il caso Goulard ha scatenato una crisi con Macron
Le nomine ● «Ombre» sui commissari di Francia (foto: Sylvie Goulard), Ungheria e Romania hanno portato l’europarlam­ento a bocciarli. Il caso Goulard ha scatenato una crisi con Macron

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy