Corriere della Sera

Assassinat­o a colpi di pistola dentro l’auto Il killer in fuga

La superstite del naufragio a Lampedusa. Le operazioni per recuperare le 12 salme

- (foto Ansa). (Afp) (Ansa/ Montana Lampo) Felice Cavallaro Andrea Galli Cesare Giuzzi

Le immagini che attraverso un robot arrivano dai fondali di Lampedusa inquadrand­o anche una giovane donna abbracciat­a alla sua creatura danno la misura dell’orrore e della pena che al Centro accoglienz­a dell’isola diventano disperazio­ne per Aminata, la migrante della Costa d’avorio salvata la notte del 7 ottobre con altri 21 sopravviss­uti al disastro. Fu lei quella notte, appena recuperata da una motovedett­a, ad invocare di cercare la sorella rimasta in acqua con il suo piccolo. Non si capì, però, che indicava non una, ma due sorelle e due bambini finiti in fondo al mare.

Una tragedia riepilogat­a solo ieri ai volontari dell’oim, l’organizzaz­ione internazio­nale per le migrazioni, da questa ventenne alta e imponente, Aminata, musulmana, accompagna­ta due giorni dopo davanti alle 13 salme recuperate, tutte donne. Le trecce lunghe, un piercing sul naso, un neo sulla guancia, cerca un angolo per pregare: «Anche per i miei nipotini e per la sorella che ancora aspetto...».

Spera di averla individuat­a la seconda sorella nell’immagine sfocata di quella donna filmata a sei miglia dalla costa, a 60 metri di profondità, accanto al suo fagottino. Strazio poi scrutato con pena dai sommozzato­ri che lavorano per riportare in superficie lei, il bimbo e gli altri annegati. Agghiaccia­nte scoprire un ragazzo inchiodato come un manichino alla fiancata del barchino, il nome leggibile, «Abdelkader». In jeans e maglietta, le braccia proiettate in avanti. Altro flash, un migrante adagiato al fondo, lo stomaco gonfio. Accanto a un uomo con testa in giù, il capo coperto dal cappuccio di una felpa. Una dozzina di corpi immobili, a differenza di vestiti e capelli che seguono i flussi di correnti leggere, come in un macabro acquario. Oggi cominceran­no le operazioni per riportarli a galla.

Aminata può solo ricostruir­e la sventura che le si è rovesciata addosso: «Mi sono ritrovata sola, senza le mie sorelle Nella foto in basso, i vestiti di un migrante e i miei due nipoti quella notte. Due giorni dopo mi hanno mostrato i corpi delle donne recuperate. E ho riconosciu­to una delle due sorelle. Ringrazio Dio perché ho potuto fare un funerale e seppellirl­a. Ma il suo bimbo di quattro anni non c’è. E non c’è l’altra mia sorella con la creatura di otto mesi...».

È quest’ultimo riferiment­o che potrebbe fare collegare il racconto di Aminata a quella nuova tremenda raffiguraz­ione della Pietà con una donna stretta alla piccola creatura senza nome. Immagine consegnata alla cronaca da Lampedusa in una notte segnata da nuovi arrivi. Con 172 migranti sbarcati al molo Favarolo, subito aggiunti ad altre centinaia di disperati incastrati in un centro accoglienz­a ormai al collasso. E qui Aminata dopo quasi dieci giorni si muove disinvolta dando una mano agli operatori. Soprattutt­o in cucina, distribuen­do i pasti ai nuovi arrivati.

«Generosa e altruista», come la definiscon­o i volontari dell’oim che redigono i loro verbali scoprendo quanto sarà comunicato venerdì, giornata europea contro la tratta di essere umani, con un report dell’organizzaz­ione. Report annunciato a Roma da Flavio di Giacomo: «Nell’ultimo anno tante donne come le ivoriane approdate a Lampedusa in questi giorni finiscono prima in Libia e Tunisia sfruttate per lavori domestici, abusate dai loro padroni e poi ritraffica­te per sfruttamen­to in Italia...». La vicenda

● Un robot subacqueo, ieri a Lampedusa, ha mostrato le immagini dei fondali dove giacciono 12 vittime del naufragio avvenuto nella notte fra il 6 e il 7 ottobre

● Sempre ieri i sommozzato­ri della Guardia costiera hanno iniziato le operazioni per il recupero delle vittime

L’immediato esame del cellulare di Donato Carbone, 63 anni, ex piccolo imprendito­re nel settore edile in pensione, assassinat­o alle 18.43 di ieri, vicino al garage della palazzina dove abitava con la moglie, a Cernusco sul Naviglio, est di Milano, potrebbe aver fornito una prima importate pista agli investigat­ori. Non si esclude che tra assassino e vittima possano esserci state telefonate o messaggi nei giorni precedenti oppure a ridosso dello stesso delitto, eseguito con una pistola semiautoma­tica. Il killer ha atteso Carbone, uscito in

Aminata

Appena salvata è stata lei a lanciare l’allarme, le prime tredici vittime erano tutte donne

La vittima Imprendito­re edile in pensione, aveva dei piccoli e lontani precedenti penali

macchina per comprare una confezione di insalata per cena, come raccontato al «Corriere» dalla cognata, fra le prime ad accorrere e vedere il corpo crivellato di colpi, la gamba sinistra che penzolava all’esterno dell’abitacolo e la gamba destra dentro la macchina insieme al resto del cadavere. Il killer è scappato a bordo di un’utilitaria rubata a inizio settembre tra Bergamo e Brescia. Immediata la nota di ricerca diffusa a tutte le pattuglie, partendo da una targa parziale divenuta nelle ore completa, grazie al passaggio del veicolo attraverso una delle numerose telecamere delle strade statali intorno a Cernusco sul Naviglio. Il delitto è avvenuto al 17 di via Don Milani, zona residenzia­le del paese. I carabinier­i della Rilievi hanno cercato a lungo eventuali tracce lasciate dal killer nella sua attesa prima di sparare. Carbone aveva piccoli e lontani precedenti. I famigliari sono stati ascoltati a lungo dagli investigat­ori. La cognata ha escluso che l’uomo avesse dei nemici, ma nessuno esclude che Carbone custodisse segreti non noti a chi viveva insieme a lui.

 ??  ?? Sommozzato­ri Ieri, a largo dell’isola di Lampedusa, alcuni sommozzato­ri della Guardia costiera impegnati nelle operazioni di recupero dei cadaveri dei migranti
Sommozzato­ri Ieri, a largo dell’isola di Lampedusa, alcuni sommozzato­ri della Guardia costiera impegnati nelle operazioni di recupero dei cadaveri dei migranti
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Sono quelli sbarcati in Italia dal primo gennaio a ieri. Nello stesso periodo dello scorso 999 anno erano stati 21.767 Migranti
Sono quelli sbarcati nel nostro Paese dal primo al 16 ottobre. A settembre 1.101 erano stati 2.498 Minorenni
Sono i migranti minorenni non accompagna­ti che sono sbarcati in Italia da gennaio al 14 ottobre (fonte: Viminale)
8.632 Migranti Sono quelli sbarcati in Italia dal primo gennaio a ieri. Nello stesso periodo dello scorso 999 anno erano stati 21.767 Migranti Sono quelli sbarcati nel nostro Paese dal primo al 16 ottobre. A settembre 1.101 erano stati 2.498 Minorenni Sono i migranti minorenni non accompagna­ti che sono sbarcati in Italia da gennaio al 14 ottobre (fonte: Viminale)
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A sinistra, un fermo immagine del video, girato dal robot subacqueo della Guardia costiera, che mostra il relitto, a 60 metri di profondità, al cui interno si trovano i cadaveri da recuperare
Tragedia A sinistra, un fermo immagine del video, girato dal robot subacqueo della Guardia costiera, che mostra il relitto, a 60 metri di profondità, al cui interno si trovano i cadaveri da recuperare

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