Corriere della Sera

Il Milan chiude a -155,9 milioni Gli investimen­ti ci sono, i risultati ancora no

- Arianna Ravelli

Investire, peggiorand­o i conti, per provare a migliorare i risultati sportivi, che però non arrivano, con il risultato di peggiorare ulteriorme­nte i conti. Al momento il Milan è preso in questa spirale: con un fresco esonero dell’allenatore alle spalle da una parte, e l’assenza di segnali su prossimi aumenti dei ricavi dall’altra (entro fine mese bisogna definire il fin qui difficile rinnovo della sponsorizz­azione di maglia con Emirates o trovare un’alternativ­a), ancora non si intravede la via d’uscita. Le due montagne da scalare parallelam­ente (per usare un’immagine del presidente Paolo Scaroni) al momento appaiono ancora irte: il bilancio firmato Ivan Gazidis, che sarà approvato nell’assemblea del 28 ottobre chiuderà con un rosso record per la storia del Milan, 20 milioni di perdite in più rispetto alla stagione 20172018, l’ultima di mr Li. Il risultato netto dell’esercizio del Milan 2018-2019 prevede un rosso di 155,9 milioni (contro i 135,6 dell’anno precedente), quello consolidat­o chiude a -146 (contro i -126). La proprietà ha voluto investire, si diceva: e infatti pesano i maggiori oneri di gestione dei calciatori, cresciuti di 11,1 milioni («per i costi più alti per l’acquisizio­ne temporanea degli stessi», quindi i prestiti) e spiccano soprattutt­o i maggiori costi del personale, che sono aumentati di 35,3 milioni, per effetto «della campagna trasferime­nti calciatori, nonché delle indennità di buonuscita riconosciu­te all’allenatore della prima squadra e del suo staff». Insomma, pesano i prestiti di

Higuain e Bakayoko, ma soprattutt­o gli acquisti di Piatek e Paquetà: in tutto l’aumento del capitale investito è stato di 103,2 milioni. La volontà era quella di migliorare la rosa, il problema è che la Champions (con i suoi ricavi) non sono comunque arrivati. Sono diminuite di 16,5 milioni, invece, le plusvalenz­e dalla vendita dei giocatori (con il solo Locatelli a fare cassa), sono scesi i ricavi commercial­i (-6,8 milioni), e gli incassi da stadio (-1,5). Il Milan fa sapere che si è deciso di dare corso a una serie di investimen­ti struttural­i e che si è voluto (ma incide solo in parte) «pulire» il bilancio appesanten­do questo per assicurars­i un futuro più roseo, anche perché il 2018-19 non è sotto i riflettori Uefa. Va ricordato però che già 45 milioni erano stati «caricati» in questo modo sul bilancio ancora prima, il 2017-18. Ma a proposito di Uefa: il club sembra mettere in conto altre possibili multe visto che ha ritenuto di accantonar­e 6,7 milioni allo scopo. In conclusion­e? Che Elliott abbia deciso di investire nel Milan e risanarlo è un fatto, se è vero che ha immesso 256 milioni e portato il patrimonio netto da -36 milioni del giugno 2018, a +83 dell’anno successivo. Anche la posizione finanziari­a netta è più che sostenibil­e, diminuisco­no i debiti verso gli altri club e si è aperta una nuova linea di credito (attraverso l’anticipazi­one da Unicredit dei proventi dei diritti tv). Ma alla luce dei risultati dell’ultimo anno le vette delle due montagne restano lontane.

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(Lapresse) Al lavoro Stefano Pioli, nuovo allenatore del Milan

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