Corriere della Sera

«Chi comanda nello sport in Italia deve prendere sul serio il razzismo»

Il portiere italiano del Senegal ora è in Francia: «Qui si combatte di più la discrimina­zione»

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Alfred Gomis, portiere del Digione e del Senegal che la settimana scorsa ha bloccato sull’1-1 il Brasile di Neymar. Lei ha lasciato l’italia, dove è arrivato quando aveva tre anni, per il campionato francese. Merito del secondo posto, da protagonis­ta, in Coppa d’africa?

«Sì. Quel torneo è stata un’ottima vetrina per mettere in mostra le mie qualità. Peccato la sconfitta in finale».

Lasciare la Spal e la serie A è un rimpianto?

«È un’opportunit­à, che volevo già da tempo. Ho finito un percorso, in Italia sono cresciuto e ho fatto tutta la mia carriera finora. Però non Cittadino del mondo I buu non puniti? Ognuno sente quello che vuole. Se avrò un figlio sarà cittadino del mondo

mi sentivo totalmente gratificat­o».

Colpa anche del «pregiudizi­o verso i portieri neri» di cui parlò una volta?

«Sono di scuola italiana e le scelte su di me non sono state mai fatte per il colore della pelle. Ma ho preferito un campionato dove devo pensare solo a mostrare le mie qualità. Così mi levo ogni dubbio».

In Francia si combatte anche l’omofobia, sospendend­o le partite in caso di cori. Differenze con l’italia?

«È giusto combattere ogni discrimina­zione, anche se in Italia ci si concentra su altre cose, per fortuna. Lo dico con sarcasmo, è chiaro».

«I buu si facevano anche a chi ha la pelle normale». Sa chi l’ha detto?

«Lotito. Quando l’ho sentita, ho sorvolato. Ricordo solo che era al fianco di chi ha parlato di Opti Pobà».

Ha ragione Lilian Thuram quando dice che «chi comanda in Italia non considera gravi i buu e il razzismo»?

«Nì. Ma certe cose danno fastidio, perché questi sono i dirigenti che devono prendere le decisioni per tutti. E devono prendere il problema sul serio».

«Una simulazion­e in area è peggio dei buu razzisti»: lo ha detto il presidente del Coni, Malagò. Che ne pensa?

«Questa non l’avevo sentita. E ci rido sopra».

Ride anche della lettera della curva interista dopo i buu cagliarita­ni a Lukaku?

«Quella è la conferma del problema: è un punto di vista totalmente sbagliato pensare che chi subisce quei cori non la deve prendere sul personale. Non sta né in cielo né in terra».

Demba Ba, ex Chelsea, ha detto ai giocatori neri di lasciare l’italia. Che ne pensa?

«È una presa di posizione molto forte. Lui però con l’italia non ha mai avuto a che fare e sentendo di continuo quello che succede può dire ‘statene alla larga’. Io che sono italiano dico che il razzismo lo devono prendere sul serio le istituzion­i prima di tutto, riconoscer­lo come un problema. Quelle frasi dicono molto».

Lei in Senegal è stato sull’isola di Gorée da dove partivano gli schiavi per l’america. Bisogna tenere conto di una prospettiv­a storica del razzismo?

«Quando si dice negro, deriva sempre da quello, dalla tratta degli schiavi. Se tu ci ritorni, riapri una ferita ancora aperta per il popolo africano. Guardare al passato ci sta, ma bisogna anche guardare avanti tutti insieme. E trovare una soluzione per migliorare una situazione sgradevole, pesante e ripetitiva».

Il caso Sterling con l’individuaz­ione e la condanna di un unico «tifoso» del Chelsea che lo insultava, ha creato un precedente chiave?

«È stato un segnale molto forte: significa che non ti puoi (Afp) più nascondere fra gli altri, ma verrai punito. Ci penserai due volte prima di farlo».

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I buu verso Kean, Lukaku, Dalbert non sono stati sentiti dagli ispettori della Lega.

«Ognuno sente quello che vuole sentire. Ma ci sono audio tv e registrazi­oni».

Lei è mai stato oggetto di buu razzisti?

«Ne ho sentiti, ma mi sono concentrat­o sulla partita, reagendo con la prestazion­e. Se fosse stata l’intera curva sarebbe stato molto diverso».

Quando vede gli sbarchi dall’africa, cosa pensa?

«Che prima erano forzati a partire, ora partono per disperazio­ne. Non mi ha fatto

dSchiavitù e futuro Quando si dice «negro» si riapre la ferita della schiavitù: ma guardiamo avanti tutti assieme

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La scelta Alfred Gomis è stato convocato dall’italia Under 20 e 21 poi ha scelto il Senegal
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(Lapresse) Fuoriclass­e Hristo Stoichkov, 53 anni, Pallone d’oro 1994, ha giocato con Barcellona e Parma

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