Schwazer, servono 50 atleti-cavia
Il giudice crede alla tesi della difesa che sostiene la manomissione dei test del marciatore
«L’ipotesi della manipolazione è l’unica suffragata da indizi e resa possibile dai gravi vizi accertati...». Il giudice di Bolzano, Walter Pelino, sembra avere le idee chiare sul caso di Alex Schwazer, indagato dalla Procura altoatesina per violazione della legge antidoping 376/2000 per un controllo positivo che gli costò la partecipazione ai Giochi di Rio del 2016. «Sussiste un ragionevole dubbio sulla colpevolezza dell’indagato», scrive Pelino in un’ordinanza nella quale dispone comunque un supplemento di perizia che spieghi una stranezza: l’anomala concentrazione di Dna trovata nelle urine dell’ex marciatore azzurro.
Per sondare le altre ipotesi che spieghino l’anomalia e in particolare quella «dell’enorme sforzo fisico dell’atleta» (c’è anche la patologia e naturalmente il doping), il giudice ha chiesto poi qualcosa di mai visto: «Reperire, con la collaborazione della Fidal, almeno 50 atleti volontari di sesso maschile che pratichino in maniera agonistica la marcia o attività sportive nelle quali si richiedano similari sforzi fisici. E prelevare un campione d’urina da ciascuno di essi».
Siamo nell’ambito dell’incidente probatorio, a tutti gli effetti un processo anticipato, nel quale è in corso un duro scontro fra i protagonisti della causa. Da una parte l’accusa e le parti offese: la Federazione italiana dell’atletica leggera (Fidal), quella internazionale (Iaaf) e l'organizzazione mondiale antidoping (Wada) , che parlano di frode; dall’altra la difesa di Schwazer che sostiene con forza la tesi del complotto, cioè della manomissione delle provette, organizzata come punizione dopo la pesante denuncia da parte del campione olimpico delle strutture antidoping. Il gip di Bolzano non fa mistero di propendere per questa seconda ipotesi. «Il movente è plausibile, anche se, ovviamente, tutto da verificare — scrive Pelino —. La richiesta di effettuare l’analisi in questione è partita il 16 dicembre 2015, giorno in cui Alex Schwazer ha testimoniato contro i medici della Iaaf e della Fidal, contribuendo alla loro condanna... un tale discredito poteva costituire un ottimo motivo per manipolare le provette».
Il giudice arriva a spiegare come sarebbe potuta avvenire la manipolazione: «Bastava aggiungere dell’urina che presentasse tracce di testosterone esogeno a quella di Schwazer...». E alza il tiro: «Qui ne va della stessa credibilità dell’intero sistema dei
Si allungano i tempi Perizie e analisi richieste dal gip non saranno pronte prima della prossima estate
controlli antidoping».
A sostegno dell’ipotesi del complotto ricorda infine «lo scambio di mail compromettenti fra il legale della Iaaf a Losanna e il direttore del laboratorio di analisi di Colonia e il capo dell’antidoping della Iaaf... di sicura rilevanza, si parla di complotto».