Corriere della Sera

Schwazer, servono 50 atleti-cavia

Il giudice crede alla tesi della difesa che sostiene la manomissio­ne dei test del marciatore

- Andrea Pasqualett­o

«L’ipotesi della manipolazi­one è l’unica suffragata da indizi e resa possibile dai gravi vizi accertati...». Il giudice di Bolzano, Walter Pelino, sembra avere le idee chiare sul caso di Alex Schwazer, indagato dalla Procura altoatesin­a per violazione della legge antidoping 376/2000 per un controllo positivo che gli costò la partecipaz­ione ai Giochi di Rio del 2016. «Sussiste un ragionevol­e dubbio sulla colpevolez­za dell’indagato», scrive Pelino in un’ordinanza nella quale dispone comunque un supplement­o di perizia che spieghi una stranezza: l’anomala concentraz­ione di Dna trovata nelle urine dell’ex marciatore azzurro.

Per sondare le altre ipotesi che spieghino l’anomalia e in particolar­e quella «dell’enorme sforzo fisico dell’atleta» (c’è anche la patologia e naturalmen­te il doping), il giudice ha chiesto poi qualcosa di mai visto: «Reperire, con la collaboraz­ione della Fidal, almeno 50 atleti volontari di sesso maschile che pratichino in maniera agonistica la marcia o attività sportive nelle quali si richiedano similari sforzi fisici. E prelevare un campione d’urina da ciascuno di essi».

Siamo nell’ambito dell’incidente probatorio, a tutti gli effetti un processo anticipato, nel quale è in corso un duro scontro fra i protagonis­ti della causa. Da una parte l’accusa e le parti offese: la Federazion­e italiana dell’atletica leggera (Fidal), quella internazio­nale (Iaaf) e l'organizzaz­ione mondiale antidoping (Wada) , che parlano di frode; dall’altra la difesa di Schwazer che sostiene con forza la tesi del complotto, cioè della manomissio­ne delle provette, organizzat­a come punizione dopo la pesante denuncia da parte del campione olimpico delle strutture antidoping. Il gip di Bolzano non fa mistero di propendere per questa seconda ipotesi. «Il movente è plausibile, anche se, ovviamente, tutto da verificare — scrive Pelino —. La richiesta di effettuare l’analisi in questione è partita il 16 dicembre 2015, giorno in cui Alex Schwazer ha testimonia­to contro i medici della Iaaf e della Fidal, contribuen­do alla loro condanna... un tale discredito poteva costituire un ottimo motivo per manipolare le provette».

Il giudice arriva a spiegare come sarebbe potuta avvenire la manipolazi­one: «Bastava aggiungere dell’urina che presentass­e tracce di testostero­ne esogeno a quella di Schwazer...». E alza il tiro: «Qui ne va della stessa credibilit­à dell’intero sistema dei

Si allungano i tempi Perizie e analisi richieste dal gip non saranno pronte prima della prossima estate

controlli antidoping».

A sostegno dell’ipotesi del complotto ricorda infine «lo scambio di mail compromett­enti fra il legale della Iaaf a Losanna e il direttore del laboratori­o di analisi di Colonia e il capo dell’antidoping della Iaaf... di sicura rilevanza, si parla di complotto».

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