Corriere della Sera

«Transgende­r»: la Iaaf elenca i farmaci per chi vuole restare donna-atleta

- Marco Bonarrigo

Per replicare alle furibonde polemiche che la stanno investendo, la Iaaf, la Federazion­e internazio­nale di atletica leggera, ha messo ieri nero su bianco in 20 pagine le «regole di ingaggio» nelle gare internazio­nali per i soggetti «transgende­r» di sesso femminile.

Atlete come Caster Semenya, sia che «dichiarino» la loro condizione, sia che vengano individuat­e dai medici federali, potranno gareggiare solo dopo aver mantenuto per 12 mesi il livello di testostero­ne in circolo sotto le 5 nmol/ L. La Iaaf elenca i 10 farmaci consigliat­i (estrogeni o agenti bloccanti) e i loro dosaggi senza nascondere i (pesanti) effetti collateral­i — tra cui cancro, trombosi, scomparsa della libido, osteoporos­i — precisando che le spese per gli esami di autocontro­llo (da effettuare tramite cromatogra­fia

liquida e spettromet­ria di massa, costose e inesistent­i in molti Paesi in via di sviluppo) saranno a totale carico dell’atleta.

Cosa succede a chi verrà trovato con i valori fuori norma in competizio­ne? «Costui verrà privato — scrive la Iaaf — di titolo, medaglie ed eventuali record ma con procedura di assoluta discrezion­e». Come si possa strappare un oro olimpico o mondiale conquistat­o sul campo «con assoluta discrezion­e» la federazion­e non lo precisa.

Al capitolo 1.22 del Regolament­o, i federali si preoccupan­o di spiegare che ai farmaci le atlete possono affiancare «interventi chirurgici affermativ­i di genere» al viso, al seno e agli organi genitali che le renderanno più accettate.

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(Getty Images) Polemiche Caster Semenya sempre nel mirino della Iaaf

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