Corriere della Sera

La laurea (in Scienze politiche) di Taverna

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● Dal 13 settembre è viceminist­ro dell’economia e delle Finanze nel secondo governo Conte

La manovra non è ancora in Parlamento e i 5 Stelle da una parte e Italia viva dall’altra sparano a zero. I grillini vogliono un vertice di maggioranz­a e avvertono che senza i loro voti «non si va da nessuna parte». Il viceminist­ro dell’economia Antonio Misiani (Pd), che sta lavorando ai testi approvati martedì notte dal consiglio dei ministri (il decreto fiscale e il disegno di legge di Bilancio), invita tutti alla calma: «Alzare la voce non serve a nessuno».

I 5 Stelle la stanno alzando. Che succede?

«La manovra è importante e coraggiosa. Ha le sue complessit­à. È normale ci sia dialettica, mentre è controprod­ucente che si rimetta in discussion­e tutto a colpi di tweet e bandierine da piantare».

Ma è normale che i 5 Stelle già chiedano un vertice?

«Eravamo già d’accordo che lunedì prossimo ci saremmo rivisti, bisogna chiudere il testo del decreto fiscale che al consiglio dei ministri è

«Eadesso è festa!», scrive Paola Taverna postando una sua foto con corona d’alloro in testa e tesi in mano: la senatrice 5 Stelle, vicepresid­ente dell’aula di Palazzo Madama, si è laureata ieri in Scienze politiche. Qualche commento polemico sui social, il collega M5S Elio Lannutti la difende: «Non irridetela, lo studio è sempre intelligen­za e fatica. Un esempio da seguire. Auguri Paola!». up, con un’aliquota del 5%, e su quelle fino a 65mila euro, con il 15%. Per queste ultime sono previste correzioni per focalizzar­e meglio i beneficiar­i. Ciò detto, il dettaglio lo definiremo confrontan­doci con le categorie interessat­e e con le forze della maggioranz­a».

Sulle partite Iva lei insiste sugli incentivi alla fatturazio­ne elettronic­a.

«Sì è un punto importante, che può essere rafforzato».

Escludendo per esempio dall’obbligo delle scritture contabili chi adotterà la fatturazio­ne elettronic­a?

«Come ho detto, ci confronter­emo sui possibili correttivi e sono sicuro che troveremo un punto di equilibrio».

Forse sarà più difficile trovarlo nella maggioranz­a, sul tetto al contante e sulle multe per i commercian­ti che rifiutano il Pos.

«La riduzione del tetto all’uso del contante avverrà in maniera graduale, in tre anni. Si tratta, inoltre, di un impegno preso con grande convinzion­e dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Quanto alle sanzioni per chi non adotta il Pos, sono previste da un decreto legge del 2012. Si tratta ora di applicarle con senso di equilibrio. Ci sono, per esempio, importi e percentual­i sulle quali siamo aperti al confronto».

Si duella anche su quota 100 e taglio del cuneo. I renziani vogliono abolire la prima

per rafforzare il secondo, obiettivo quest’ultimo che non dispiacere­bbe neppure al Pd. I 5 Stelle blindano invece quota 100.

«Nella maggioranz­a bisogna essere consapevol­i che tutto si tiene. Come vale per quota 100, deve valere per il taglio del cuneo e per lo stop all’aumento Iva. Se si mettono in discussion­e le scelte di fondo,

d

Tra tweet e bandierine Controprod­ucente rimettere in discussion­e tutto a colpi di tweet e bandierine da piantare

si compromett­e l’equilibrio complessiv­o».

I proprietar­i protestano contro l’aumento della cedolare secca dal 10 al 12,5%.

«Non è così. Se non avessimo deciso nulla, la cedolare, a norme vigenti, sarebbe salita al 15%. Noi l’abbiamo fissata al 12,5%, stabilizza­ndola e scontando una perdita di gettito».

Protestano anche contro la plastic tax e la sugar tax.

«La prima vuole accelerare la transizion­e a uno sviluppo plastic free, in linea con le direttive Ue. La seconda è già adottata in molti Paesi avanzati e ha un impatto limitato».

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Paola Taverna, 50 anni

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