Corriere della Sera

UN DUELLO FINITO IN PARITÀ MA ENTRAMBI HANNO VINTO

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Caro Aldo, chi ha vinto secondo lei nel duello tv da Vespa? Renzi o Salvini? Franco Carenza, Milano Caro Franco,

Di solito gli scontri televisivi non hanno un vincitore netto. A volte il suo nome viene individuat­o a posteriori, alla luce del risultato elettorale. Se ad esempio lei avesse voglia e tempo di cercare in archivio i giornali americani ed europei all’indomani del confronto Kennedy-nixon del 26 settembre 1960, vedrà che quasi nessuno notò sul momento le cose che ancora oggi vengono ricordate. Nessuno ad esempio si accorse che Nixon aveva un accenno di barba pomeridian­a, che conferiva al suo aspetto accigliato una nota sinistra, rispetto al ciuffo e al sorriso kennediani. In ogni caso, senza il sindaco Daley e la Chicago machine, che fece votare anche i morti, Nixon avrebbe vinto l’illinois e sarebbe entrato alla Casa Bianca con otto anni di anticipo.

Senza scomodare precedenti troppo impegnativ­i, di solito i duelli tv finiscono in pareggio. Chi preferisce Renzi, penserà che abbia vinto Renzi. Chi preferisce Salvini, penserà che abbia vinto Salvini. Tentando di usare un metro oggettivo, Renzi tende a esprimere con parole quotidiane concetti un po’ più complessi di quelli cari a Salvini. Di questi tempi, non è un vantaggio. Il duello era impari, nel senso che Salvini nei sondaggi è sopra il 30 per cento e Renzi non arriva al 5. Di conseguenz­a, il duello serviva di più a Renzi; che per questo appariva però più aggressivo. Il moderato sembrava Salvini. Che non a caso ha parlato più lentamente, mentre Renzi tendeva a dire molte cose in poco tempo.

Alla fine, hanno vinto entrambi. Entrambi hanno recuperato una centralità in una fase complicata del loro percorso politico; non a caso Conte si è affrettato a recuperare spazio la sera dopo. In fondo neppure Occhetto perse contro Berlusconi, nel duello ricostruit­o nella prima puntata della serie 1994: il segretario dell’allora Pds ottenne comunque il risultato di far apparire fuori gioco Martinazzo­li e Segni, che non stavano «né di qua né di là». Il tempo delle interviste verbose è finito. Il duello paga molto di più. Attira spettatori, rimbalza sui social. Però richiede tempo per prepararsi e un minimo di rischio. Per questo motivo, duelli ne vedremo sempre pochi.

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