Corriere della Sera

«Prevedo novità dopo l’umbria»

Il capo leghista e il bilancio della piazza con Berlusconi e Meloni: novità dopo l’umbria

- di Marco Cremonesi

Èsolo «una questione di tempo, poi questo governo cadrà» dice al Corriere Matteo Salvini. «E l’umbria sarà la ripartenza».

ROMA «Sabato è stata una di quelle date che cambiano un’epoca. È davvero nata la “Coalizione degli italiani”». Matteo Salvini è ancora sotto il vivificant­e effetto di piazza San Giovanni strapiena: «Dopo mesi di chiacchier­e penso che tutta Italia e persino i palazzi della politica abbiano capito dove sta la maggioranz­a del consenso».

«Coalizione degli italiani» è il nuovo nome del centrodest­ra?

«A me piace. E poi, mette bene in evidenza il suo carattere: da una parte c’è chi dipende dagli umori di Parigi, Berlino e Bruxelles. Dall’altra ci siamo noi. Quello dice di ispirarsi a Macron, io mi ispiro agli italiani».

Resta il fatto che «quello», Matteo Renzi, è al governo…

«Un governo che è corretto nella forma, non nella sostanno, za. La maggioranz­a degli italiani era quella in piazza. Sfido chiunque nella maggioranz­a a replicare la nostra manifestaz­ione. Renzi si chiude alla Leopolda, Zingaretti nel suo giro in Umbria ha fatto 37 persone a Città di Castello e 30 a Norcia, Di Maio non fa comizi. Per il governo, è solo questione di tempo».

Renzi però ieri ha parlato dell’elezione del capo dello Stato, ha dato orizzonte al governo. Lei non ci crede?

«Perché, lei sì? Io vedo che dopo due mesi Di Maio attacca Conte, Renzi attacca Zingaretti e Zingaretti si attacca al tram. A me non fa piacere, perché in ballo ci sono le partite Iva, Quota 100, i conti correnti… stanno scherzando con la vita degli italiani».

Ma «Coalizione degli italiani» non è il centrodest­ra con un altro nome?

«Il centrodest­ra era nel 1994, oggi siamo nel 2019. Il nostro popolo ci chiede di fare bene, di fare insieme e di fare in fretta. Peraltro ci saranno diverse novità, da Toti ad altre formazioni dell’area laica, liberale e socialista che credo vedremo già in Emilia Romagna».

E l’agenda ora che cosa prevede?

«Beh, domenica avremo un primo test di rilevanza nazionale. Devo dire che Conte si è rivelato per… quello che è. Lui pensa a pettinarsi. Quando ha detto che il voto umbro non è così rilevante perché l’umbria ha gli abitanti della Provincia di Lecce... Una cosa squallida. Comunque, l’umbria è dove la sinistra ha governato per 50 anni e dove oggi esordisce l’alleanza PD-M5S. Secondo me sarà molto interessan­te. E credo che subito dopo ci saranno novità».

In che senso?

«Fermo restando che noi non andiamo a cercare nessucapis­co i problemi di coscienza di molti elettori ed eletti che si sentono traditi e delusi dai loro partiti. Se qualcuno vorrà continuare con noi le sue battaglie, sarà il benvenuto».

E poi ci sono gli altri appuntamen­ti elettorali.

«A gennaio si vota in Emilia-romagna e in Calabria. Per il 14 novembre, abbiamo già chiesto il palazzetto di Bologna. E in Calabria si può vincere; chiediamo solo agli amici di FI di indicare una candidatur­a che non abbia indagini o processi in corso. Giusto per distinguer­ci dalla sinistra… E poi, c’è il referendum sulla legge elettorale della primavera prossima, il presidenzi­alismo».

È davvero convinto che cadranno per le Regionali?

«Cadranno, cadranno… dopo un mese sono già agli ultimatum, Di Maio e Renzi stanno già preparando la buonuscita per “Giuseppi”».

Renzi ha detto che se vorranno, saranno altri a farlo.

«Renzi oggi ha ribadito lo scopo del governo: mandare a casa Salvini e occupare il Quirinale. Secondo me è scandaloso, se io fossi in Mattarella… va bene il silenzio, ma mi pare che la maggioranz­a stia esagerando. Anche sulla questione dei Servizi, sull’assenza di chiariment­i da parte di Conte… Ripeto: non sorrido perché stanno preparando una manovra di quelle da far invidia a Visco».

Lei sabato ha detto che per alcuni mesi dovrete «studiare». Cosa significa?

«Approfondi­re le relazioni con certe strutture e burocrazie. Avremmo avuto bisogno di più dimestiche­zza con le leve del potere. Ci servirà da lezione».

Giorgia Meloni ha riconosciu­to che lei oggi è il leader, ma «per esserlo bisogna volerlo». Cosa intendeva?

«Non interpreto il pensiero altrui. Dico solo che sono fiero di avere dato orgoglio, dignità e presenza fisica a un popolo che si sentiva disorienta­to. Non ci sono leader auto proclamati, il leader è quello che ha i numeri: vedremo quelli dell’umbria, per iniziare. E mi chiedo quanti voti prenderà in Umbria la Leopolda che per giorni ha riempito i Tg».

Il nostro popolo ci chiede di fare insieme e di fare in fretta. Peraltro rispetto al 1994 ci sono dei cambiament­i, da Toti alle altre formazioni che stanno nascendo in area laica, liberale e socialista

 Domenica prossima avremo un primo test di rilevanza nazionale Conte si è rivelato quello che è quando ha detto che l’umbria non è così rilevante perché ha gli abitanti della provincia di Lecce

I governo cadrà Dopo un mese sono già agli ultimatum, secondo me Di Maio e Renzi stanno già preparando la buonuscita per «Giuseppi» Preparano una manovra da fare invidia a Visco 

Sì, ho detto che intanto dobbiamo studiare Ossia approfondi­re le relazioni con certe strutture e burocrazie Avremmo avuto bisogno di più dimestiche­zza con le leve del potere

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Il saluto Il leader della Lega Matteo Salvini, 46 anni, stringe la mano al segretario del Pd Nicola Zingaretti (53), negli studi di La7 a Non è l’arena I patti tra i leader
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19 ottobre 2019 In piazza San Giovanni, a Roma, Salvini, Meloni e Berlusconi uniti contro il governo
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8 novembre 2015 Comizio dei tre leader di centrodest­ra in piazza Maggiore, a Bologna
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3 novembre 2017 A Catania Salvini, Berlusconi e Meloni firmano il «patto dell’arancino»

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