Corriere della Sera

Il Cile va in fiamme «mentre il presidente mangia una pizza»

Tre morti, centinaia di feriti, incendi, barricate, arresti Ritirato l’aumento della metro, ma la protesta continua

- Afp Afp Epa Alessandra Coppola

È solo una pizza, ma nel posto sbagliato, al momento sbagliato. Guardatelo «mientras todo Santiago protesta», twitta il quotidiano cileno El Mostrador, postando la foto del presidente Sebastián Piñera in maniche di camicia, la cravatta rossa, il ciuffo ben pettinato, a un tavolo dell’elegante Pizzeria Roma di Vitacura per festeggiar­e il compleanno del nipotino.

Mentre il Paese va a fuoco, letteralme­nte — tre morti nell’incendio di un supermerca­to, 41 stazioni della metro su 136 devastate, due piani della sede di Enel bruciati, e così via — il capo di Stato promette di ascoltare «con umiltà la voce dei miei compatriot­i», ma poi s’affretta a raggiunger­e la famiglia nel municipio che protegge l’alta borghesia cilena, lasciando agenti e militari ad affrontare le barricate.

«Ottobre nero», scrivono i giornali, denunciand­o il «vuoto che regna alla Moneda», il palazzo del presidente. «Terremoto politico e sociale». Covava da tempo, dicono, ma è esploso con una rapidità imprevista. Anche se con una scintilla consueta in questa zona del Continente: una protesta studentesc­a per l’aumento del biglietto della metro. Fino a un euro (circa), nel contesto di un’economia che cresce (l’1,5 per cento) ma solo per pochi. Il salario medio resta sui 14 mila euro l’anno, le pensioni minime non raggiungon­o i 400 euro al mese. E il costo della vita aumenta.

I liceali del prestigios­o Instituto Nacional hanno dato il via alla protesta lanciando la campagna #evadir: prendere la metro saltando i tornelli, dunque senza biglietto. Slogan: «Eludere, non pagare, un’altra forma di lottare». Quel che si son portati dietro è una valanga di malessere e rivendicaz­ioni che per tutto il fine settimana ha bloccato le strade, i treni, due voli aerei, i negozi e pure le partite di calcio.

Il presidente ha decretato 15 giorni di stato d’emergenza e il coprifuoco dalle 10 di sera alle 7 del mattino, dispiegand­o per le strade l’esercito: non succedeva dalla fine della dittatura militare di Augusto Pinochet, nel 1990. Brutto segnale, così come i 300 arresti — le immagini dei giovani trascinati nelle camionette della polizia — i 156 feriti, i cannoni ad acqua, i cassonetti rovesciati, la revoca del diritto alla libertà di riunione e tutto il resto delle restrizion­i che l’eccezione comporta.

Sabato sera (ieri mattina in Italia), Piñera ha revocato l’aumento del biglietto, e invocato

Il coprifuoco

Resta in vigore lo stato di emergenza in sei città, divieto di movimento la notte

la calma: «Ci sono buone ragioni per fare quel che fate, ma vi invito a manifestar­e pacificame­nte». Ormai la frustrazio­ne è esplosa, da plaza Italia, davanti al palazzo presidenzi­ale, al resto del Paese. In 5 città, oltre che nella capitale, l’emergenza resta in vigore, così come il divieto di movimento durante la notte.

«Siamo stufi, basta — dice Javier Alarcón, sociologo 29enne, alla Afp —. I politici ci prendono in giro. Ed è evidente che voltano le spalle alla realtà del Paese, non la vedono», al chiuso delle pizzerie, nei loro quartieri Nord.

 ??  ?? Militari Per la prima volta dalla fine della dittatura, l’esercito in strada
Militari Per la prima volta dalla fine della dittatura, l’esercito in strada
 ??  ?? Autobus bruciati Durante la protesta ci sono stati incendi e saccheggi
Autobus bruciati Durante la protesta ci sono stati incendi e saccheggi
 ??  ?? Assalti In entrambe le foto, cileni contro le auto e anche i blindati della polizia
Assalti In entrambe le foto, cileni contro le auto e anche i blindati della polizia
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy