IL RISCATTO DELLA CAPITALE? PASSA ANCHE DA TUTTI NOI
Caro direttore, sul Corriere è stato pubblicato il reportage di Fabrizio Roncone «Borseggi e rifiuti, roghi e gabbiani. Una giornata normale a Roma». La Fontana di Trevi trasformata un po’ in un suk, un po’ in ambiente da circo è lo specchio dell’italia di oggi. Dobbiamo affrontare pericoli e sfide, con buona parte della popolazione afflitta da rabbia, insicurezza e paura. I partiti populisti pensano di avere la bacchetta magica con cui risolvere tutto, alimentando così false attese. L’italia come Roma è una nazione fuori controllo, che ne pensa? Giacomo Adamo Caro signor Adamo,
Non penso sinceramente che l’italia sia una nazione fuori controllo, qualche dubbio in più mi viene quando penso alla situazione di Roma. Non ho altro da aggiungere a quanto è stato raccontato benissimo da Fabrizio Roncone. Vorrei soltanto fare una riflessione su cosa sta accadendo nella Capitale: non credo che ci sia solo un problema (che c’è ed è grande) di cattiva amministrazione. È come se insieme alla politica si fosse inabissato anche lo spirito civico di tantissime persone comuni. Un «tana libera tutti», una fuga dalle proprie responsabilità di impiegato, autista, netturbino, amministratore d’azienda e così via: la responsabilità di svolgere con coscienza il proprio lavoro. Il risultato è davanti agli occhi di tutti e lo sport preferito è scaricarsi le colpe l’uno con l’altro. Penso che i romani per primi debbano riscattarsi e pretendere politici che abbiano come obiettivo la buona amministrazione. Non chiediamo tanto: almeno una città pulita e servizi che funzionino decentemente. Si può fare, nella stragrande maggioranza delle città italiane le cose vanne bene. Ci sono tante aziende che innovano e crescono, ci sono tanti cittadini che assolvono con impegno e serietà i propri compiti. Debbono essere loro a trascinare tutti gli altri. Non credo che accadrà il contrario.