Corriere della Sera

Milan, così non basta

La squadra brilla solo nel primo tempo poi si fa rimontare due volte dal Lecce

- Alessandro Bocci

MILANO Una saetta di Calderoni, due minuti dopo il novantesim­o, gela San Siro già bagnato per la pioggia e lascia sgomento Stefano Pioli. La prima sulla panchina del Milan non è come il nuovo allenatore se l’aspettava. La sua squadra parte forte, ma arriva piano. Per mezz’ora i tormenti rossoneri dell’era Giampaolo sembrano quasi un ricordo. Il Diavolo ha un’anima e un’identità. Ma è un’illusione. Le difficoltà tornano a allungarsi come spettri sui milanisti. Il risultato è una partenza falsa e un modesto 2-2 contro il Lecce, che i suoi 7 punti li ha presi tutti in trasferta.

A Pioli serviranno pazienza e sangue freddo. Il vigore iniziale fa ben sperare. Molto meno l’ultima ora sotto ritmo, le disattenzi­oni difensive, il collasso tattico e psicologic­o quando i salentini pareggiano con Babacar il gol dell’1-0 di Calhanoglu.

Non tutto è da buttare. Il Milan risponde alle cure. Ma serve più continuità e più attenzione. Serve la determinaz­ione con cui i rossoneri approccian­o la partita, facendo nascere il sospetto che molte delle difficoltà in questo inizio di stagione siano da attribuire allo scarso feeling con Giampaolo.

La nuova squadra, disegnata da Pioli, occupa bene il campo, fa girare veloce il pallone, protegge la difesa. Il tecnico sistema Kessie a sinistra per proteggere le scorriband­e di Theo Hernandez, rilancia Paquetà, sceglie Leao a discapito di Piatek al centro dell’attacco. Il suo Milan assomiglia parecchio a quello razionale di Gattuso. Semplicità e convinzion­e. E i risultati sono immediati: un gol, di Calhanoglu, altri due tiri fuori bersaglio del turco-tedesco, due di Suso deviati dall’ex Gabriel. La coppia Leao-paquetà, dopo poco più di un minuto, ha già acceso la speranza di San Siro silenzioso per lo sciopero degli ultrà. Il Lecce all’inizio è davvero poca cosa: distratto, impreciso, leggero. Il Milan però non ne approfitta e nell’ultimo quarto d’ora del primo tempo perde un po’ di convinzion­e.

L’errore è grave perché si allunga nella ripresa, in cui la squadra di casa tiene palla, ma non graffia. Così, all’improvviso, viene fuori il Lecce grazie a un rigore, concesso attraverso la Var, per una mano di Conti: Donnarumma respinge il tiro di Babacar, che è il più lesto a ribattere in rete. Il Milan va in barca. E si rivedono in fretta gli antichi difetti. Pioli prova a metterci una pezza con Krunic per Paquetà, che non difende più, e Piatek per Leao, bravo a muoversi negli spazi ma disastroso davanti alla porta. Il polacco torna a fare il suo mestiere: la prima palla è anche il primo gol su azione della stagione (assist al bacio di Calhanoglu) e vale il 2-1. Ma il Lecce, che il secondo tempo lo gioca con piglio diverso dal primo, non molla. E la saetta di Calderoni fa precipitar­e il Milan all’inferno un’altra volta.

 ??  ?? Pareggio Babacar spinge in rete il pallone dopo il rigore parato dal portiere rossonero Donnarumma (Ap)
Pareggio Babacar spinge in rete il pallone dopo il rigore parato dal portiere rossonero Donnarumma (Ap)

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