Corriere della Sera

La palla che scotta passa a Szczesny

Juve: gerarchie chiare, ma la pressione sale

- Paolo Tomaselli

Il portiere è sulla linea di porta, ma girato di spalle. Al colpo di fischietto deve girarsi di scatto. L’allenatore gli tira due palloni — uno a destra, l’altro a sinistra — mentre il suo collaborat­ore tecnico sceglie se alzare un cinesino verde o uno arancione. Col verde il portiere deve tuffarsi a sinistra, con l’arancione a destra. Tutto in una frazione di secondo. Anche con allenament­i così, Gigi Buffon si mantiene giovane ed esplosivo. E a 41 anni, 8 mesi e 23 giorni può avere un tempo di reazione di 0,52 secondi di fronte al colpo di testa di Santander del Bologna, che aveva appena colpito la traversa, sfruttando in questo caso un’uscita temeraria del numero 77 bianconero.

Ma le uscite alte non sono mai state le specialità della casa quanto quei balzi improvvisi, belli e definitivi come i gesti tecnici dei grandi attaccanti: la parata di sabato che ha conservato i tre punti (meritati) contro il Bologna è simile a quella su Zidane nei supplement­ari della finale del Mondiale 2006. Un bel viaggio con la macchina del tempo per uno dei migliori parametri zero juventini di questo primo scorcio di stagione: Buffon ha giocato tre partite, tutte allo Stadium contro Verona, Spal e Bologna e adesso è a solo 4 presenze dal record di Paolo Maldini di 647 partite in A. Un record che tutto sommato la Juve gli deve, considerat­o che Buffon ha giocato anche un intero campionato di B, senza il quale avrebbe già superato Maldini.

Quel che conta però è il presente, fatto di allenament­i di altissima qualità e della gerarchia chiara con il titolare Szczesny. L’allenatore dei portieri Claudio Filippi è l’unico membro dello staff tecnico che è rimasto anche con la nuova gestione di Sarri ed è un punto di riferiment­o per la categoria: lo «scudo di Filippi» che serve per cambiare la direzione della palla sottoporta e aumentare la reattività ha aperto un filone, che adesso prevede molte altre varianti, anche fantasiose. Del resto lo ha detto anche Sirigu in Nazionale: «I portieri giovani sono più innovativi». E non è sempre facile stargli dietro. Ma le nuove metodologi­e allungano la vita anche ai grandi vecchi: «Gigi è straordina­rio, la sua presenza è importanti­ssima Decisivo

Gigi Buffon, a 4 presenze in A dal record di Paolo Maldini, salva all’ultimo secondo sul bolognese Santander

(Getty Images) — ha detto ieri Pjanic a Sky —. Ringraziam­o sempre di avere un leader assoluto nel campo, come nello spogliatoi­o. Ci tiene sempre all’erta ma fa anche parate come quella col Bologna. Non ci stupisce perché le vediamo tutti i giorni: è il numero uno di tutti i tempi».

La tentazione di iniziare adesso il giochino del dualismo Buffon-szczesny può esserci. Ma può rivelarsi dannoso per la Juventus che vuole «triturare gli avversari» (Sarri dixit), perché c’è il rischio di togliere alcune certezze al portiere polacco, che a parte l’errore di Brescia, ha sempre tenuto un rendimento di buon livello: dovrà essere bravo «Tek» a non cadere nella trappola, anche mediatica o «di bandiera», dato che l’ex capitano della Nazionale ha sicurament­e più tifosi di lui.

Ma quello che Buffon può dare con le sue prestazion­i solide da dodicesimo, la sua esperienza in allenament­o e dentro lo spogliatoi­o è piuttosto chiaro: il ritorno, inaspettat­o, dopo l’anno «sabbatico» di Parigi deve aggiungere qualcosa, sia alla Juve, che alla sua straordina­ria carriera, non certo togliere. Se poi arriverà qualche occasione in più, conterà solo una cosa: mostrare la velocità di reazione giusta.

 Pjanic/1 Non ci stupisce, lo conosciamo È il numero uno di tutti i tempi

 Pjanic/2 È un leader assoluto: ci tiene all’erta e fa queste grandi parate

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