Corriere della Sera

«Serve più credibilit­à»

Di Maio gli offre un patto per contenere Renzi

- di Marco Galluzzo e Alessandro Trocino

Il premier Conte invita a essere meno litigiosi: «Dobbiamo essere più credibili, anche nel rapporto con la Ue».

ROMA Ha cancellato tutti gli appuntamen­ti ed è tornato a vestire i panni del mediatore. A tutti ha detto «vi ascolto, prendo appunti, cercheremo di fare una sintesi, ma tutti dovete sapere che sono possibili solo piccole correzioni, i pilastri della manovra non cambiano, poi concordere­mo alcuni emendament­i chiave».

La vera e propria maratona di Giuseppe Conte, che per una giornata è rientrato nell’abito del premier che non partecipa alle polemiche ma semmai le sopisce, le attenua, fa di tutto per smussare gli angoli, è iniziata alle 11 del mattino con un incontro «chiarifica­tore e costruttiv­o» con Luigi Di Maio. Una sorta di asse ritrovato, anche in funzione anti Renzi.

Il gelo dei giorni scorsi sembra si sia attenuato, i fili di una dialettica positiva riallaccia­ti. Del resto, ha detto il capo del governo al leader del Movimento, «dobbiamo essere più credibili e meno litigiosi non solo nei confronti degli italiani, ma anche nel rapporto con Bruxelles, dove ovviamente arrivano anche i nostri contrasti».

Ha scelto un metodo preciso il capo del governo, quasi uno spezzatino o un divide et impera che è andato avanti nel corso di tutto il pomeriggio sino a notte fonda: incontri separati con tutte le delegazion­i, prima con quella del Movimento, dove i tre punti cardine chiesti da Di Maio sembra siano stati accolti, poi con Italia viva, il Pd e Leu. Un metodo preciso, quasi scientific­o, far precedere il vero e proprio vertice di maggioranz­a da tanti incontri separati.

E per fare questo ha voluto accanto a sé per tutta la giornata il ministro dell’economia Roberto Gualtieri, entrambi con il taccuino alla mano, il titolare dell’economia disposto ad assecondar­e le richieste meno estreme, come quella sulle partite Iva, per la quali a quanto pare resterà il regime precedente solo con piccole modifiche e le misure studiate dal Mef saranno sostituite da altre norme che si stanno studiando in queste ore.

Di sicuro quello di Conte è stato un esercizio estremo di pazienza, sottoporsi ad otto riunioni di fila, tutte delicate, politicame­nte dirompenti, compresa quella con i governator­i delle Regioni del terremoto, compreso il vertice di maggioranz­a con tutte le delegazion­i, compreso un Consiglio dei ministri che è cominciato in forte ritardo sui tempi previsti.

Ma il dato politico forse più significat­ivo è una sorta di asse politico ritrovato fra Luigi Di Maio e Giuseppe Conte: chi ha assistito all’incontro parla di un’intesa che ha i contorni anche dell’amicizia che non può venire meno nemmeno nei momenti più difficili, e «due amici che si parlano con lealtà e schiettezz­a una sintesi la trovano, come è successo oggi con le misure volute dai Cinque Stelle».

E il corollario sarebbe quello di un’intesa che si rinsalda anche per fermare i bollori di Matteo Renzi, mediatici e parlamenta­ri: il ragionamen­to che Di Maio ha fatto al premier, e sul quale ci sarebbe un concordia di massima, è che l’unico vero pericolo per la coalizione può venire da chi ha appena chiuso la Leopolda.

Insomma, il copione di un gelo che avrebbe raggiunto temperatur­e estreme, di una diffidenza crescente anche per i rapporti parlamenta­ri non troppo fluidi fra Di Maio e i suoi gruppi, i sospetti reciproci sul tentativo di esercitare o di imprimere una leadership sul Movimento senza intesa reciproca, anzi in modo confliggen­te, sarebbe in qualche modo un copione abusato, scorretto, indotto dalla velocità di una comunicazi­one digitale che spesso genera incomprens­ioni. «L’asse fra i due è solido e tutti e due sanno benissimo che nessuno può fare a meno dell’altro», è la sintesi che fanno a Palazzo Chigi prima che cominci il Consiglio dei ministri.

Di sicuro lo snodo della giornata è stato il faccia a faccia mattutino di oltre un’ora proprio fra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, è lì che sarebbe nata l’intesa di massima sul carcere agli evasori e sulla necessità di tagliare le commission­i bancarie per quanto riguarda i Pos.

Ovviamente la preghiera rivolta a tutti sia da Conte che da Gualtieri è stata quella di non stravolger­e l’impianto della legge di Bilancio. Una richiesta che ha trovato motivi di puntellame­nto nell’atteggiame­nto del Pd, che ha fatto sponda con Conte.

Anche i numeri delle delegazion­i hanno registrato dati significat­ivi, se un accordo di massima è avvenuto di mattina nel faccia a faccia con Di Maio, poi nel pomeriggio Giuseppe Conte ha accolto una super delegazion­e del Movimento, ben sei membri fra ministri e sottosegre­tari, anche a dimostrazi­one di un feeling che può essere rilanciato nonostante le tensioni dei giorni scorsi. Il Pd ha difeso invece più di tutti il lavoro di Gualtieri.

 ?? (Lapresse) ?? Al lavoro Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, 55 anni, ieri a Palazzo Chigi. Dopo aver guidato per 14 mesi il governo gialloverd­e, dal 5 settembre è a capo di un esecutivo M5s-pd-italia viva-leu
(Lapresse) Al lavoro Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, 55 anni, ieri a Palazzo Chigi. Dopo aver guidato per 14 mesi il governo gialloverd­e, dal 5 settembre è a capo di un esecutivo M5s-pd-italia viva-leu

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