In fiamme la Cavallerizza «occupata»
Torino, il complesso è patrimonio Unesco. Polemica sull’area occupata
Tre ore per spegnere le fiamme divampate in uno degli edifici della Cavallerizza Reale di Torino, patrimonio dell’unesco. Il complesso dal 2014 è occupato da un gruppo di artisti e giovani.
TORINO Spente le fiamme, dopo tre ore di intervento dei vigili del fuoco, nell’aria è rimasta la puzza di bruciato e di sospetti. Ieri mattina un rogo è divampato in uno degli edifici della Cavallerizza Reale, gioiello barocco di Torino tutelato dall’unesco. Un complesso dal grande valore storico che dal 2014 è occupato da un gruppo di artisti, intellettuali e giovani contrari alla privatizzazione decisa dal Comune. Uno di questi è Simone Fantini, dj di 31 anni. «È un incendio strano perché scoppiato in un deposito abbandonato — racconta —. Doloso? Non abbiamo prove, ma nei prossimi giorni il Comune presenterà il piano di rilancio. Non vorrei che possa diventala re la scusa per lo sgombero».
A dare l’allarme è stato uno degli occupanti, un artista brasiliano che da qualche tempo utilizza uno dei magazzini delle «Pagliere» come laboratorio per i suoi strumenti musicali. Alle 7,30 quando i vigili del fuoco sono arrivati nel cortile della Cavallerizza il tetto dei due depositi abbandonati era già crollato. Complessivamente l’incendio si è sviluppato su un’area di 400 metri dove, da venerdì, erano stati eliminati gli allacciamenti abusivi alla corrente elettrica. A provocarlo potrebbe essere stata una sigaretta non spenta o una candela rovesciata, anche se gli occupanti giurano che in quelle stanze non dormiva nessuno. Gli investigatori non escludono, però, neppure l’ipotesi dolosa, ma per il momento non sembrano essere stati trovati inneschi.
Cavallerizza è un luogo di protesta con la vocazione della creatività: i locali sono assegnati in base a progetti e nel nucleo abitativo si può rimanere non più di un anno e mezzo, mentre alcuni esterni possono essere ospitati per due o tre giorni al massimo nella foresteria. «Nessuno percepisce una remunerazione — spiegano dal collettivo della Cavallerizza Irreale — e tutte le attività sono svolte in forma di volontariato e accesso ad offerta libera, che è reinvestita integralmente nei progetti e nella cura degli spazi».
Ma non sempre tutto è filato liscio. Nel 2014 e nel 2016 altri due misteriosi incendi hanno danneggiato il complesso storico. Quest’estate, invece, la polizia è intervenuta decine di volte per liberare la Cavallerizza dagli spacciatori. Inoltre, si continua a indagare sullo stupro denunciato da una ventenne all’interno del complesso costruito dai Savoia.
«La Cavallerizza è un’area ad alta criminalità», spiega il questore Giuseppe De Matteis. Non si sbilancia su un possibile sgombero: « L’eventuale intervento — aggiunge — sarà concordato con il Comitato di sicurezza». Mentre sulle ceneri del rogo si registra l’ennesimo scontro tra Regione Piemonte, guidata dal centrodestra, e la sindaca di Torino, Chiara Appendino del M5S. «Non possiamo accettare di avere situazioni di degrado in centro», attacca il governatore Alberto Cirio. «L’occupazione non ci riguarda — replica Appendino —. Stiamo lavorando restituire la Cavallerizza alla cittadinanza come bene comune».