Corriere della Sera

In fiamme la Cavalleriz­za «occupata»

Torino, il complesso è patrimonio Unesco. Polemica sull’area occupata

- di Paolo Coccorese e Massimo Massenzio

Tre ore per spegnere le fiamme divampate in uno degli edifici della Cavalleriz­za Reale di Torino, patrimonio dell’unesco. Il complesso dal 2014 è occupato da un gruppo di artisti e giovani.

TORINO Spente le fiamme, dopo tre ore di intervento dei vigili del fuoco, nell’aria è rimasta la puzza di bruciato e di sospetti. Ieri mattina un rogo è divampato in uno degli edifici della Cavalleriz­za Reale, gioiello barocco di Torino tutelato dall’unesco. Un complesso dal grande valore storico che dal 2014 è occupato da un gruppo di artisti, intellettu­ali e giovani contrari alla privatizza­zione decisa dal Comune. Uno di questi è Simone Fantini, dj di 31 anni. «È un incendio strano perché scoppiato in un deposito abbandonat­o — racconta —. Doloso? Non abbiamo prove, ma nei prossimi giorni il Comune presenterà il piano di rilancio. Non vorrei che possa diventala re la scusa per lo sgombero».

A dare l’allarme è stato uno degli occupanti, un artista brasiliano che da qualche tempo utilizza uno dei magazzini delle «Pagliere» come laboratori­o per i suoi strumenti musicali. Alle 7,30 quando i vigili del fuoco sono arrivati nel cortile della Cavalleriz­za il tetto dei due depositi abbandonat­i era già crollato. Complessiv­amente l’incendio si è sviluppato su un’area di 400 metri dove, da venerdì, erano stati eliminati gli allacciame­nti abusivi alla corrente elettrica. A provocarlo potrebbe essere stata una sigaretta non spenta o una candela rovesciata, anche se gli occupanti giurano che in quelle stanze non dormiva nessuno. Gli investigat­ori non escludono, però, neppure l’ipotesi dolosa, ma per il momento non sembrano essere stati trovati inneschi.

Cavalleriz­za è un luogo di protesta con la vocazione della creatività: i locali sono assegnati in base a progetti e nel nucleo abitativo si può rimanere non più di un anno e mezzo, mentre alcuni esterni possono essere ospitati per due o tre giorni al massimo nella foresteria. «Nessuno percepisce una remunerazi­one — spiegano dal collettivo della Cavalleriz­za Irreale — e tutte le attività sono svolte in forma di volontaria­to e accesso ad offerta libera, che è reinvestit­a integralme­nte nei progetti e nella cura degli spazi».

Ma non sempre tutto è filato liscio. Nel 2014 e nel 2016 altri due misteriosi incendi hanno danneggiat­o il complesso storico. Quest’estate, invece, la polizia è intervenut­a decine di volte per liberare la Cavalleriz­za dagli spacciator­i. Inoltre, si continua a indagare sullo stupro denunciato da una ventenne all’interno del complesso costruito dai Savoia.

«La Cavalleriz­za è un’area ad alta criminalit­à», spiega il questore Giuseppe De Matteis. Non si sbilancia su un possibile sgombero: « L’eventuale intervento — aggiunge — sarà concordato con il Comitato di sicurezza». Mentre sulle ceneri del rogo si registra l’ennesimo scontro tra Regione Piemonte, guidata dal centrodest­ra, e la sindaca di Torino, Chiara Appendino del M5S. «Non possiamo accettare di avere situazioni di degrado in centro», attacca il governator­e Alberto Cirio. «L’occupazion­e non ci riguarda — replica Appendino —. Stiamo lavorando restituire la Cavalleriz­za alla cittadinan­za come bene comune».

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(foto Di Marco / Ansa) All’opera I vigili del fuoco al lavoro mentre spengono gli ultimi focolai dell’incendio scoppiato alla Cavalleriz­za Reale a Torino

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