Corriere della Sera

«Ci sono scritte sui muri e abusivi mai cacciati È un degrado indecente»

Il presidente Bernabè: un bene sacrificat­o

- di Paolo Fallai

«La Cavalleriz­za Reale paga uno stato di abbandono che perdura da anni. Basta guardare le foto per rendersene conto, vedere le scritte sui muri. E in un luogo così è inaspettat­o vedere questo degrado, non è decente per Torino, fa pensare». Il tono di Franco Bernabè più che polemico è addolorato. Le sue parole, per lui che dal 2016 è Presidente della Commission­e Italiana per l’unesco, sembrano sottolinea­re una sconfitta per tutti.

Come spiega questa deriva?

«È una situazione complessa. Il sistema delle residenze sabaude — chiarisce Bernabè — è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’unesco più di venti anni fa, nel 1997: ed è una rete che comprende ventidue edifici, undici nel centro di Torino, in quella che viene chiamata “zona di comando”, dove si trova anche la Cavalleriz­za Reale. Gli altri si trovano intorno al capoluogo. Ma una gestione unitaria non è mai stata possibile perché enti diversi detengono la proprietà degli edifici. Nel tempo sono state tentate e sono fallite numerose iniziative per il coordiname­nto territoria­le della gestione di tutte le residenze sabaude».

Con quali conseguenz­e?

«È facile immaginarl­o. Questo ha creato una disparità di trattament­o, degli usi e del restauro. La Cavalleriz­za Reale è stata la più sacrificat­a anche se si trova nel cuore della città, vicino a via Po, Palazzo Reale, al Teatro Regio».

L’indecision­e ha paralizzat­o la situazione?

«Il problema nasce dal fatto — insiste Franco Bernabè — che non è mai stata data una finalizzaz­ione all’uso del luogo che è molto grande e molto bello, con spazi ampi in parte occupati. Stupisce che non sia stata trovata, in tutti questi anni, una soluzione, serve una destinazio­ne. Anche perché senza una pianificaz­ione è difficile indirizzar­e anche il

Come utilizzarl­a «Stupisce che non sia stata trovata negli anni la soluzione adeguata per l’uso di quel sito»

restauro».

Sono mancati i fondi?

«Se hai un’idea di cosa ci vuoi fare, puoi tentare di trovare anche i fondi»

Che può succedere ora dopo l’ultimo incendio?

«Il sistema delle residenze sabaude è seriale, alcuni siti sono molto ben tenuti. Solo che su alcuni decide la Cassa Depositi e Prestiti, su altri come la Cavalleriz­za, è il Comune. Ora questa amministra­zione deve riflettere e prendere provvedime­nti».

Ma perché non è stato possibile prima?

«Credo ci sia stata una mancanza di volontà di affrontare la questione degli insediamen­ti abusivi che poteva suscitare reazioni anche aspre da parte di chi pensava di poter avanzare delle pretese».

C’è stata paura?

«Non conosco i particolar­i di quello che è accaduto, quello che sembra evidente è che non c’è stata la volontà di prendere in mano il problema e risolverlo. D’altronde...»

D’altronde?

«Se è scoppiato un incendio in un luogo così importante qualcosa non andava».

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