«Ci sono scritte sui muri e abusivi mai cacciati È un degrado indecente»
Il presidente Bernabè: un bene sacrificato
«La Cavallerizza Reale paga uno stato di abbandono che perdura da anni. Basta guardare le foto per rendersene conto, vedere le scritte sui muri. E in un luogo così è inaspettato vedere questo degrado, non è decente per Torino, fa pensare». Il tono di Franco Bernabè più che polemico è addolorato. Le sue parole, per lui che dal 2016 è Presidente della Commissione Italiana per l’unesco, sembrano sottolineare una sconfitta per tutti.
Come spiega questa deriva?
«È una situazione complessa. Il sistema delle residenze sabaude — chiarisce Bernabè — è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’unesco più di venti anni fa, nel 1997: ed è una rete che comprende ventidue edifici, undici nel centro di Torino, in quella che viene chiamata “zona di comando”, dove si trova anche la Cavallerizza Reale. Gli altri si trovano intorno al capoluogo. Ma una gestione unitaria non è mai stata possibile perché enti diversi detengono la proprietà degli edifici. Nel tempo sono state tentate e sono fallite numerose iniziative per il coordinamento territoriale della gestione di tutte le residenze sabaude».
Con quali conseguenze?
«È facile immaginarlo. Questo ha creato una disparità di trattamento, degli usi e del restauro. La Cavallerizza Reale è stata la più sacrificata anche se si trova nel cuore della città, vicino a via Po, Palazzo Reale, al Teatro Regio».
L’indecisione ha paralizzato la situazione?
«Il problema nasce dal fatto — insiste Franco Bernabè — che non è mai stata data una finalizzazione all’uso del luogo che è molto grande e molto bello, con spazi ampi in parte occupati. Stupisce che non sia stata trovata, in tutti questi anni, una soluzione, serve una destinazione. Anche perché senza una pianificazione è difficile indirizzare anche il
Come utilizzarla «Stupisce che non sia stata trovata negli anni la soluzione adeguata per l’uso di quel sito»
restauro».
Sono mancati i fondi?
«Se hai un’idea di cosa ci vuoi fare, puoi tentare di trovare anche i fondi»
Che può succedere ora dopo l’ultimo incendio?
«Il sistema delle residenze sabaude è seriale, alcuni siti sono molto ben tenuti. Solo che su alcuni decide la Cassa Depositi e Prestiti, su altri come la Cavallerizza, è il Comune. Ora questa amministrazione deve riflettere e prendere provvedimenti».
Ma perché non è stato possibile prima?
«Credo ci sia stata una mancanza di volontà di affrontare la questione degli insediamenti abusivi che poteva suscitare reazioni anche aspre da parte di chi pensava di poter avanzare delle pretese».
C’è stata paura?
«Non conosco i particolari di quello che è accaduto, quello che sembra evidente è che non c’è stata la volontà di prendere in mano il problema e risolverlo. D’altronde...»
D’altronde?
«Se è scoppiato un incendio in un luogo così importante qualcosa non andava».