Corriere della Sera

«Alcolisti anonimi: il coraggio di aprire la nostra porta»

- Marialuisa C., Alcolisti anonimi Lombardia

Mi ha colpito la storia «Ha 15 anni e si droga: nessun aiuto se lui rifiuta» (Corriere, 16 ottobre). Certo, sappiamo che esistono istituzion­i come il Serd, il Noa, don Mazzi e don Rigoldi, ma per arrivarci è necessario prima di tutto la determinaz­ione nel volersi curare, poi la pazienza per i tempi di attesa. Spesso la mancanza di una di queste disponibil­ità gioca a sfavore e il pozzo si fa più profondo! Io vorrei fornire un semplice nome: Alcolisti anonimi. Sappiamo bene che chi decide di provare a smettere di assumere droga, quasi sempre si appoggia all’alcol, ritenendo l’uso di questa sostanza molto più facile da gestire. Ma non è così e lo dimostrano le moltissime persone che, arrivate a toccare il fondo, non riescono più a risalire. Ecco, per loro c’è Alcolisti anonimi, associazio­ne di auto-mutuo-aiuto, nata negli Usa più di 80 anni fa e attiva ora in Lombardia da ormai più di 40 anni con migliaia di alcolisti recuperati (numero verde 800 411 406). Non tutti sanno che il suo sostegno generoso è gratuito, senza prenotazio­ni o tempi di attesa. L’unico sforzo da parte dell’interessat­o è aprire la porta di uno dei nostri gruppi. Non ci sono medici, psicologi, psichiatri, solo alcolisti di ogni età, di ambo i sessi e di ogni estrazione sociale (studenti, profession­isti, casalinghe, avvocati, preti, vagabondi) che con la spontanea testimonia­nza del loro percorso, dicono al nuovo venuto: «Coraggio, ce la puoi fare anche tu!».

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