Corriere della Sera

Mirage: testi crudi per raccontare il lato più nascosto di me

- A. Laf.

«Non sono una stalker. Questo è un disco autobiogra­fico». Marianne Mirage spiega così quel «Vite private» che ha scelto come titolo del suo nuovo album. «Mi sono guardata dentro e ho raccontato quello che non dico mai, nemmeno a me stessa. In questa epoca social tutti mettono in piazza il lato migliore, io provo a portare a galla quello che le persone non vogliono mostrare. Volevo che tutto il racconto fosse vero, emotivo ma non triste, e ispirato dalla ricerca del bello. Anche per la copertina ho scelto una foto di vita vera: me l’ha scattata all’alba un ex, che all’epoca non era ex». Scherza: «Mi sono usciti testi così crudi che quasi ci vorrebbe il parental advisory», l’avviso obbligator­io in America per i testi che potrebbero turbare un teen.

Il primo singolo, «L’amore è finito», è accompagna­to da un corto con Marco Giallini e la regia di Fabio Resinaro. L’attore romano non fa una bella fine dopo una lotta senza esclusione di colpi con una Marianne in stile Kill Bill. «Volevo raccontare, attraverso una storia d’amore finita, qualcosa di più ampio e universale. Una società dove non c’è più umanità, dove a fianco dello sportello del bancomat non notiamo più nemmeno uno sdraiato che non ha i soldi per mangiare. Avevo bisogno di Giallini, solo lui riesce a trasmetter­e quel senso di sofferenza. È un vero rocker, suona bene la batteria e sarà ospite nel tour (parte il 15 novembre da Milano)».

Nella musica italiana c’è scarsità di donne. «Vogliamo negare che la musica sia un ambiente maschilist­a? Ci viene concesso poco tempo, mentre mi sembra che nessuno abbia chiesto l’età a Calcutta. Però dobbiamo anche smettere di pensare alla contrappos­izione uomo/donna e ragionare in termini di qualità. Non vedo progetti femminili dello stesso livello di quelli di Coez, Calcutta stesso o Frah Quintale. Gli spazi non vanno concessi, ce li dobbiamo prendere». Le canzoni di Marianne nascono dalla rielaboraz­ione degli appunti con cui riempie decine di agendine tascabili. «Ci scrivo ricette, appunti, disegni, spunti per testi e numeri di telefono. Tutto, rigorosame­nte, con penne a inchiostro nero. Il blu non è ammesso».

Per la scelta dei suoni ha guidato il produttore Luca Mattioni nelle sue playlist. «Vado da Billie Eilish a Kanye West, da Bruno Mars a Anderson Paak. E tutto quello che si sente, anche i dettagli, è suonato».

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Video Marianne Mirage nel corto «L’amore è finito» con Marco Giallini

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