La Fiorentina dei giovani perde un’occasione
Viola imprecisi sotto porta, pareggio senza reti a Brescia. Grave infortunio a Dessena
Niente gol e poche emozioni. Brescia-fiorentina è un bell’incrocio di talento, che però non si vede. Tonali si accende solo all’inizio ma il suo tocco di mano, dopo una giocata sopraffina, cancella con la Var il gol di Ayé. Chiesa corre tanto e a vuoto, rimedia un cartellino giallo per simulazione e viene sostituito. Anche Castrovilli è meno scintillante del solito e spreca al 97’ l’occasione più ghiotta della partita. Il risultato è un pareggio noioso. Corini conquista il primo punto in casa. Montella il sesto risultato utile consecutivo. Ma per i viola è un’occasione persa. Alla Fiorentina mancano intensità e precisione. Attacca di più, sia nel primo tempo, sia nell’ultimo quarto d’ora, quando al Brescia mancano le forze, però non graffia e quando ci riesce trova sulla sua strada paratutto Joronen, decisivo tre volte.
Ma non ci sono rimpianti. Nella Fiorentina giocare senza centravanti non paga. Perché se Chiesa non trova il guizzo giusto, stavolta resta in ombra anche Ribéry. Neppure Balotelli accende la serata. Mario, acciaccato a un ginocchio, entra nel secondo tempo, si arrabbia molto con l’arbitro Calvarese e ci prova una volta sola di testa: non è così che riconquisterà la Nazionale.
La partita comincia con un quarto d’ora di ritardo perché la Fiorentina, prigioniera del traffico, arriva allo stadio in ritardo. Montella per la sesta volta di fila sceglie la stessa formazione con Chiesa (recuperato) e Ribéry liberi di svariare sul fronte offensivo. Corini porta Balotelli in panchina e il suo sostituto, Ayé, illude il Brescia dopo appena 4’ segnando il gol, favorito dall’assist di Donnarumma e propiziato da una giocata fenomenale di Tonali. Calvarese, dopo essere ricorso alla Var, rigori quest’anno dopo otto giornate: è record europeo e della serie A, influiscono le nuove regole sui falli di mano annulla per un tocco di mano dell’azzurro. La Fiorentina gioca cercando di allargare la difesa avversaria, con pazienza e senza forzare la giocata. Manca un po’ di brillantezza. Joronen non si fa sorprendere e per due volte spegne le azioni viola parando bene prima su Castrovilli e poi su Lirola. I ragazzi di Montella cercano di sfruttare la superiorità a centrocampo, ma Lirola e Dalbert non spingono a sufficienza sulle fasce, la regia di Badelj è timida e davanti non ci sono riferimenti adeguati.
Il Brescia non è lesto nelle ripartenze, così nel secondo tempo Corini prova con la fisicità di Balotelli al posto del cecchino Donnarumma. Mario è nervoso. Dessena, infortunato seriamente, esce in lacrime e in barella. Il Brescia risente del grave infortunio del centrocampista e si perde. La Fiorentina, che aveva cominciato la ripresa al piccolo trotto, alza il baricentro. Ma neppure l’ingresso di centravanti, Vlahovic, cambia l’inerzia della partita. Montella non se la prende: «Dovevamo essere più precisi in area» il parametro della volontarietà. Un terzo dei rigori è causato da falli di mano. L’intenzione del Board era ridurre il margine di discrezionalità dell’arbitro, ma dopo due mesi sembra che l’effetto sia opposto: è aumentata la confusione, su episodi simili sono state fatte scelte opposte. Ce lo siamo chiesto un po’ tutti: ma ce n’era davvero bisogno?
È significativo che la nuova regola non piaccia nemmeno agli arbitri. «Stiamo lavorando bene applicando un regolamento che non ci entusiasma — lo sfogo del numero uno dei fischietti italiani, Marcello Nicchi, a Radio Anch’io Sport su Radiouno —. Il problema è che sono pochi gli addetti ai lavori che lo conoscono effettivamente. Se le regole hanno delle lacune non è colpa nostra, noi le applichiamo e lo stiamo facendo bene».
Dopo aver detto la sua su uno degli episodi più controversi del fine settimana («la regola è chiara: quello di Juventus-bologna non è calcio di rigore. L’unico caso in cui non c’è rigore quando il difensore ha il braccio largo è quando fa una giocata anche se non prende la palla») Nicchi ha ribadito che un aiuto potrebbe arrivare dalla nuova sala Var di Coverciano: «Sarà una svolta per il calcio italiano. Stiamo lavorando alla struttura. In Italia sappiamo che la burocrazia ci soffoca. Fossimo stati altrove ne avremmo già fatte cinque. Con la sala Var sarà anche più facile spiegare le decisioni. Faremo parlare gli artefici. Se noi siamo a Coverciano, in qualunque caso ci sia da spiegare un episodio, lo faremo in diretta». Basterà? polemiche». Si dichiara stupefatto per il fatto che Preziosi non solo in quell’occasione aveva mostrato parere favorevole alla sua elezione ma successivamente aveva approvato il verbale dell’assemblea. Ottenuto un parere pro veritate dell’avvocato Andrea Zoppini, che conclude sulla correttezza della procedura, Miccichè replica allo scontento di Preziosi ricordando i risultati ottenuti in 19 mesi durante i quali, dopo due commissariamenti, è stata completata la governance e nominato un nuovo ad. Cita la gestione della crisi dopo l’assegnazione dei diritti tv a Mediapro, rivelatasi inadempiente, e risolta con un incremento rispetto al ciclo precedente. Menziona il piano industriale con le linee guida e il budget per i prossimi anni e le iniziative di lotta alla pirateria e al razzismo. Il presidente conclude richiamando l’assemblea ai valori «non solo agonistici e sportivi, ma anche di credibilità societaria, economica e prospettica, condizioni indispensabili per l’arrivo di nuovi investitori».