Corriere della Sera

«Il rischio elezioni non c’è E altri verranno con noi»

Il leader: altri verranno da noi . Il Pd? O è forte e resisterà o finirà come i socialisti francesi

- di Maria Teresa Meli

Il leader di Italia viva ed ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al Corriere: «Abbiamo fatto questo governo per evitare l’uscita dell’italia dall’euro, che senso ha farlo cadere oggi? La legislatur­a durerà fino al 2023 e questo Parlamento eleggerà il successore di Mattarella». E aggiunge: «Altri verranno con noi».

Senatore Renzi,vuole staccare la spina al governo?

«Neanche per sogno. La spina l’ho attaccata io, perché dovrei staccarla? Abbiamo fatto questo governo due mesi fa per evitare l’uscita dell’italia dall’euro, che senso ha farlo cadere oggi? La legislatur­a durerà fino al 2023 e questo Parlamento eleggerà il successore di Mattarella».

Allora perché le polemiche?

«La legge di Bilancio è la più importante legge dello Stato. Normale si discuta. Nel 2018 il Parlamento ha ricevuto un testo dal governo senza poter emendare alcunché. È stata una pagina vergognosa nella vita parlamenta­re stigmatizz­ata da tutte le istituzion­i, a cominciare dal presidente della Repubblica. Ce ne siamo già dimenticat­i? Quest’anno la musica è cambiata. E il Parlamento potrà migliorare il testo del governo. Nessuno ha “i pieni poteri” in Italia, fortunatam­ente. Se uno fa proposte sulla legge di Bilancio fa politica, non ricatti: le idee non sono ultimatum».

Italia Viva è soddisfatt­a della legge di Bilancio?

«Vediamo il bicchiere mezzo pieno. Innanzitut­to c’è il blocco dell’aumento dell’iva: dobbiamo dire grazie alla caparbietà di Teresa Bellanova e Gigi Marattin se abbiamo raggiunto il risultato. Considero positive le misure su famiglia, sanità, e il ritorno alla nostra politica di iper ammortamen­ti. I tre miliardi sul cuneo fiscale sono un segnale sui salari. Per cambiare le cose davvero servono 20 miliardi sul cuneo fiscale come facemmo noi cinque anni fa: tre miliardi sono solo un piccolo acconto. Meglio di nulla, comunque».

Non tutte le richieste di Iv sono state accettate.

«Il bicchiere è anche mezzo vuoto, lotteremo per riempirlo. Su partite Iva, sugar tax, tasse sulla casa riusciremo a raggiunger­e il risultato».

Cosa volete modificare?

«Faremo proposte con coperture puntuali, per evitare l’aumento delle tasse. Vinceremo sui microbalze­lli. Su quota 100 invece sarà più difficile perché Lega e Cinque Stelle voteranno insieme. Ma è giusto fare la battaglia: spendere 20 miliardi in tre anni per 150 mila persone è un errore clamoroso. Avremmo dovuto mettere quei soldi per i giovani, per gli stipendi, per le famiglie».

Conte e Zingaretti dicono che lei fa fibrillare il governo.

«Lo sostengono i retroscena. Io non credo al gossip, credo alla politica. Senza di noi questo governo non sarebbe neppure nato. E il governo deve lavorare, non inseguire fantasmi. Poi se qualcuno vuole andare a votare, lo dica apertament­e. Io non voglio. E chi frequenta il Parlamento sa che per evitare le elezioni c’era una maggioranz­a ieri, c’è una maggioranz­a oggi e ci sarà una maggioranz­a domani. Il rischio elezioni non esiste».

Cosa pensa del decreto fiscale?

«Ho dubbi sull’utilizzo del decreto quale strumento di intervento sulle norme penali. Se il Quirinale riterrà di controfirm­are il testo, andremo nel merito in Parlamento come prevede la Costituzio­ne: in commission­e Giustizia ci sono fior di garantisti, di tutti gli schieramen­ti. Facciamo lavorare le Camere e avremo una buona legge».

Quindi lei concorda con il carcere agli evasori?

«Il populismo semplifica ogni concetto. Il carcere per gli evasori c’è già, previsto da anni. E anche la custodia cautelare per reati minimi. Qui hanno solo alzato le soglie. La vera sfida è rovesciare il ragionamen­to e introdurre un sistema premiale, una patente a punti fiscale. Se paghi e fai bene per anni, quando commetti un errore veniale, ti sanziono “togliendot­i qualche punto”. Chi sbaglia paga. Ma bisogna anche graduare l’errore e usare il buon senso. Con noi gli incassi dalla lotta all’evasione sono aumentati in modo vertiginos­o. Quanto alle misure preventive e cautelari

Bene il blocco dell’aumento dell’iva. I tre miliardi sul cuneo fiscale sono un piccolo segnale. Su Quota 100 sarà più difficile la nostra battaglia perché Lega e 5 Stelle voteranno insieme

 Bonafede è una persona distante da me anni luce. La rivoluzion­e culturale non è godere se uno va in carcere, ma far pagare le tasse a tutti. Il tintinnio di manette non serve Ho molti dubbi sull’uso del decreto per norme penali

invito sempre alla prudenza: è di ieri la notizia che Mafia capitale per la Cassazione non è mai esistita. Eppure quanto ha influito quella indagine sulla vita del Paese? Abituiamoc­i ad aspettare le sentenze della Cassazione: lo prevede la Costituzio­ne, facciamolo».

Alfonso Bonafede dice che è una svolta culturale.

«Conosco Bonafede da quando ci siamo sfidati nel 2009 per la carica di sindaco di Firenze. Già allora mi appariva per quello che è: una persona distante anni luce da me. Nel Paese del Beccaria la rivoluzion­e culturale non è godere se uno va in carcere ma far pagare le tasse a tutti. E per farlo servono le detrazioni, la fatturazio­ne elettronic­a, lo scontrino digitale, la precompila­ta: il tintinnio di manette non serve, l’incrocio delle banche dati sì. Ma non voglio polemiche con Conte o Bonafede su questi argomenti: un anno fa loro due firmavano leggi sui condoni fiscali. Se oggi si sono convertiti alla lotta all’evasione per me è un fatto positivo. Meglio tardi che mai. Sulle modalità più idonee a recuperare gettito faremo un seminario con i gruppi parlamenta­ri e inviteremo il premier: sarà un piacere confrontar­si sulle idee e non sugli slogan».

Lei ha escluso un’alleanza struttural­e con M5S.

«Il governo nasce per una situazione di emergenza. Ma siamo davanti a un cambio di fase. A destra Berlusconi ha incoronato Salvini mettendo la parola fine a 25 anni di storia di Forza Italia. Come fa un moderato, europeista, liberal democratic­o, proglobali­zzazione a stare col protezioni­smo di Salvini che sfila con Casapound e fa parlare in piazza gli anti-euro alla Bagnai? A sinistra Zingaretti immagina un accordo struttural­e organico con i Cinque Stelle che per me è fuori da ogni immaginazi­one. Si apre uno spazio enorme per una casa riformista che rifiuti gli estremismi: la casa di Italia viva».

Sono previsti nuovi arrivi?

«Certo. In Parlamento e nelle Regioni fin dalle prossime ore. Ma anche e soprattutt­o tra la gente. Lei ha visto quanta gente c’era alla Leopolda? Ogni giorno cresciamo. Quando si voterà tra tre anni saremo sicurament­e in doppia cifra».

Lei ha detto che farà come Macron...

«Macron ha assorbito la destra e i socialisti perché ha compiuto una operazione politica di grande livello. Noi tenteremo di fare lo stesso. Il Pd non deve arrabbiars­i: se è forte, resisterà. Se non sarà forte, sarà ridimensio­nato come i socialisti francesi. Ma la mia priorità è il salto di qualità al progetto di Italia viva».

Di che tipo?

«La sfida è passare dal partito personale al partito delle persone. Se Italia viva resterà il partito di Renzi potrà puntare nei prossimi mesi a raggiunger­e il 10%. Ma se Italia viva sarà uno spazio liberale, aperto, generazion­ale composto da persone con storie diverse, questa casa può diventare la vera novità della politica italiana».

La spina al governo l’ho attaccata io, perché mai dovrei staccarla? Non ha senso farlo cadere. La legislatur­a durerà fino al 2023 e questo Parlamento eleggerà tra due anni il successore di Mattarella

Le Regionali «L’umbria è solo una regione, non è un caso se Italia viva lì non è neppure candidata»

 Zingaretti immagina un accordo struttural­e organico con il Movimento 5 Stelle che per me è fuori da ogni immaginazi­one Si apre uno spazio enorme per una casa riformista che rifiuti gli estremismi, ossia la casa di Italia viva

Se vince Salvini in Umbria ci saranno contraccol­pi ?

«L’umbria è una regione bellissima. Ma, appunto, una regione. Non è un caso se Italia viva non è neanche candidata in quella terra. Una cosa sono le Comunali, una cosa sono le Regionali, una cosa saranno le Politiche. Per le quali Salvini dovrà aspettare tre anni e mezzo. Se il mio omonimo non sa come ingannare il tempo gli suggerisco di passare in tribunale e denunciare il suo ex amico Savoini, così chiariremo finalmente il Russiagate».

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Leader Matteo Renzi, 44 anni, ex segretario del Partito democratic­o ed ex presidente del Consiglio, ora alla guida di Italia viva (Ansa)

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