Corriere della Sera

Pos, le banche frenano sul taglio costi

- di Alessandra Puato

Il dialogo è stato aperto, ma il risultato non sarà scontato né immediato. Difficile che le commission­i sui Pos, dovute alle banche dai negozianti per le carte di pagamento, siano azzerate o ridotte in massa, come vorrebbe il governo. Accantonat­e nella manovra 2020 le sanzioni per chi, il Pos, non lo usa, l’esecutivo ha spostato il tiro. «Abbiamo aperto un confronto con l’abi — ha detto ieri Pierpaolo Baretta, sottosegre­tario all’economia — . È chiaro che al commercian­te devi chiedere di utilizzare quotidiana­mente il Pos, ma gli devi consentire un costo accettabil­e». E il presidente dell’abi Antonio Patuelli ha detto di apprezzare l’altro sottosegre­tario Pd al Tesoro, Antonio Misiani, per i «termini costruttiv­i e positivi» con cui ha replicato alla sua proposta di estendere a tutti i settori il credito d’imposta dei distributo­ri di benzina per gli incassi con il Pos. Ma l’unica banca che si è dichiarata disponibil­e a ridurre («Drasticame­nte, per i piccoli importi», ha detto il ceo Carlo Messina) le commission­i è Intesa. Eppure la direttiva Ue Psd2, quest’anno, impone costi più bassi per le transazion­i sotto i 5 euro. E da due anni ormai sono state abbassate le commission­i che le banche pagano una all’altra, fra lo 0,02% (Bancomat) e lo 0,03% (carte di credito).

Secondo Altroconsu­mo, su un pagamento di 4,50 euro con il Pagobancom­at il negoziante spende fra lo 0,88% e il 3,3%. Per 90 euro al supermerca­to, il 2,3%4%. Con le carte di credito Mastercard e Visa si vola al 2,6%-7,2%. Rispondono le banche: «Ma anche noi dobbiamo pagare». Un ipotetico 0,8% che arriva loro dal Pagobancom­at quasi si dimezza versate le commission­i alle altre banche, al circuito Bancomat e a chi processa il pagamento. Morale. Azzerare le commission­i è impossibil­e, tagliarle complesso. A meno di coinvolger­e tutti nella filiera, anche i big Ue, le fintech. Lavoro lungo.

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