Corriere della Sera

Di Maio: poteri speciali a Roma Da Franceschi­ni arriva l’alt

Su Raggi lite tra M5S dopo le critiche di Spadafora. Zingaretti: sindaco da cambiare

- di Alessandro Trocino

L’amministra­zione di Roma rischia di diventare un problema per la coalizione di governo, più di quanto non lo sia già per la città. Perché il Movimento dà segni di irrequiete­zza al suo interno e rilancia, con Luigi Di Maio, per chiedere «poteri speciali». Ma il Pd, che con il Movimento è alleato a livello nazionale, continua a chiedere le dimissioni della sindaca Virginia Raggi e nicchia sui poteri speciali.

Martedì il Movimento si spacca su Roma. Vincenzo Spadafora spiega che «Roma e la sua amministra­zione restano un problema. È una esperienza dalla quale potevamo e dovevamo aspettarci molto di più». Parole che pesano, anche perché pronunciat­e da un uomo molto vicino a Luigi Di Maio. Per questo arrivano subito gli attacchi dei dissidenti. Da Gianluigi Paragone: «La Raggi è un problema politico solo per chi frequenta i salotti romani. La Raggi è stata lasciata sola dal governo». A seguire Barbara Lezzi: «Di Maio fermi lo sproloquio di Spadafora». Interviene anche Massimo Bugani, in rotta con Di Maio da tempo, e da poco capo staff della Raggi, con un messaggio dai toni decisament­e esagitati: «Avviso ai naviganti di ogni provenienz­a. Virginia Raggi ha ereditato mer... dai suoi predecesso­ri, è un ottimo sindaco che non scende a patti con la malavita romana. Roma fa gola a molte iene, ma dovranno digiunare ancora».

A questo punto Spadafora prova a correggere il tiro: «Mai attaccato la Raggi». Ma è Di Maio che prova a uscire dall’angolo. I malumori del gruppo contro di lui sono noti, sotto attacco c’è Spadafora, ma anche un’altra dell’inner circle, Laura Castelli, accusata per una questione di conflitto di interessi. Così il capo politico prova il rilancio e annuncia: «Tutto M5S è con la Raggi. Sono in arrivo poteri speciali per il sindaco di Roma per far risorgere Roma dalle macerie. Il disegno di legge del Movimento è pronto e potrebbe essere approvato entro la metà del 2020». Peccato che Dario Franceschi­ni caschi dalle nuvole e lo faccia sapere: «Penso che Di Maio si riferisse a una iniziativa legislativ­a del suo partito per Roma Capitale, perché non è stato portato sui tavoli di governo alcun ddl su questo tema e quindi di pronto non può esserci davvero nulla». Dai 5 Stelle poi fanno sapere: «Non è un tema di governo, vogliamo aprire un grande dibattito in Parlamento. C’è già un testo, condiviso con la Raggi». Nel frattempo Nicola Zingaretti, segretario dem, ci butta il carico: «Se a Roma si dovesse votare in anticipo siamo prontissim­i. Bisogna cambiare sindaco». Italia Viva, con Luciano Nobili, è in linea: «Noi lavoriamo per mandare la Raggi a casa». Dietro l’angolo c’è l’ombra di Matteo Salvini, che aspira al primo cittadino: «Poteri speciali? Alla Raggi puoi dare anche la mantella di Batman, il problema è che non è capace». Nel frattempo la città si prepara al primo grande sciopero generale anti-raggi, indetto dai sindacati delle società partecipat­e.

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