Corriere della Sera

«Dopo 50 anni di centrosini­stra mi aspetto un voto di testa»

- DAL NOSTRO INVIATO Fabrizio Caccia

PERUGIA «Torno ora da Preci, in Valnerina, è uno dei paesi colpiti dal sisma di tre anni fa».

Com’è lì la situazione, Donatella Tesei, voteranno per lei domenica i terremotat­i?

«Non lo so, so soltanto che la gente soffre, si sente abbandonat­a. Intanto s’avvicina l’inverno e tante persone lo passeranno di nuovo patendo il freddo, dobbiamo fare presto, in tanti paesi ci sono le macerie da portar via dopo tre anni, altro che ricostruzi­one, qui siamo in emergenza».

L’umbria pullula di leader e ministri. Sarà un test nazionale? Il centrodest­ra è dato favorito.

«Aspettiamo. Sono contenta di aver sentito vicini Salvini, Berlusconi, la Meloni. Ma io credo che il voto interessi soprattutt­o gli umbri che aspettano risposte. Mi aspetto perciò un voto utile, di testa e di cuore, affinché dopo 50 anni di centrosini­stra si cambi. Però se posso dire...».

Prego.

«Voglio ringraziar­e il mio avversario, Vincenzo Bianconi, sostenuto da Pd e M5S, per la campagna all’insegna del fair play, della civiltà”.

Se diventa governatri­ce?

«Lunedì dormo. Ma poco, perché c’è un lavoro enorme da fare. Bisogna pensare a rimettere in piedi la sanità pubblica: era un’eccellenza, dopo Sanitopoli la nostra gente è costretta ad andar fuori a curarsi. Ma vanno via anche i nostri giovani dopo la laurea, per trovare lavoro. Perché il nostro Pil regionale è quasi all’ultimo posto della classifica nazionale. L’economia deve ripartire e noi non abbiamo neppure l’alta velocità. Servono un vero aeroporto, un sistema digitale ultraveloc­e...».

Ma è vero che nel suo comune ha lasciato un milione e 600 mila euro di disavanzo?

«Basta con questa storia. Falsità. Ho chiuso il bilancio con un disavanzo tecnico di 375 mila euro da spalmare in tre anni. Eppoi veniteci a Montefalco, venite a vedere il nostro centro storico dove oggi operano 39 attività. L’umbria ha bisogno di lavoro, non di chiacchier­e».

Anche i suoi figli se ne sono andati dalla Regione?

«No, ancora resistono. Il più grande, gestisce il ristorante di famiglia. Il più piccolo sta facendo pratica legale nel mio studio».

Dove chiude la campagna?

«L’ho iniziata a Perugia, la chiudo domani a Terni. Non chiedetemi quanti chilometri ho fatto. Quello che so è che l’umbria ha tanta voglia di correre».

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