Corriere della Sera

Il gallerista dei famosi arrestato a Berlino per un falso Richter

Accusato di frode Michael Schultz, amico di Schröder

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

Michael Schultz non è solo il più celebre gallerista della capitale tedesca. Sessantase­tte anni, attivo sul mercato internazio­nale dell’arte, corpulento come molte delle sculture contempora­nee che vende ai suoi clienti, Schultz appartiene a pieno titolo all’establishm­ent berlinese. Amico fra gli altri dell’ex cancellier­e Gerhard Schröder, del designer Wolfgang Joop, della ministra della Cultura Monika Gruetters, il mercante d’arte è presenza fissa di ogni appuntamen­to cultural-mondano, puntualmen­te fotografat­o dai media popolari.

Da giovedì scorso, Schultz è di nuovo nei titoli di giornali e television­i. Ma per la ragione sbagliata. La polizia berlinese lo ha arrestato, con l’accusa di «aver venduto false opere d’arte, ingannando diverse persone e causando loro danni per milioni di euro».

Ma a fare della notizia un caso internazio­nale è il fatto che tra le opere farlocche che Schultz avrebbe cercato di piazzare ci sia anche un quadro di Gerhard Richter, il più grande pittore tedesco vivente, il maestro contempora­neo più valutato nel mercato mondiale dell’arte.

Dipinto nel 1989, Abstractes Bild (705-2) è stato dato da Schultz a un collezioni­sta, in pagamento di un debito non poteva saldare in denaro. Secondo la ricostruzi­one, il gallerista berlinese è infatti in rosso da diversi anni e galleggia o con prestiti o svendendo parte del suo fondo.

Il presunto quadro di Richter era stato affidato dal collezioni­sta a Christie’s a New York perché lo mettesse all’incanto lo scorso maggio. Prezzo di vendita previsto, da 800 mila a 1 milione di euro.

Prima però, come sempre avviene in questi casi, la casa d’aste aveva mandato una foto dell’opera a Dietmar Elger, direttore dell’archivio Gerhard Richter presso la Collezione Statale d’arte di Dresda, città natale del pittore. Elger aveva visto l’ultima volta l’originale di Abstractes Bild (705-2) nel 2015 nella galleria di Schultz e lo aveva anche fotografat­o. È stato sufficient­e tuttavia a capire subito che quello dato dal gallerista al suo creditore era un volgare falso.

«Non ci posso credere che qualcuno abbia falsificat­o un’opera astratta così complessa nella sua struttura», ha dichiarato alla Süddeutsch­e Zeitung Elger, secondo il quale altre volte gli erano state mostrate «cose» attribuite al pittore tedesco, dipinte col suo stile, «ma non era mai successo con una pittura astratta». Secondo Elger, nel caso del dipinto spacciato da Schultz la falsificaz­ione è visibile immediatam­ente a un occhio allenato.

Secondo lo storico dell’arte Hubertus Butin, i quadri astratti di Richter erano finora considerat­i «impossibil­i da falsificar­e», il pittore usando una spatola e non un pennello per spalmare il colore sulla tela. Nel caso di Abstractes Bild (705-2) il falsario ha imitato l’effetto spatola con un pennello, a suo modo un pezzo di bravura anche se come sempre il diavolo si celava nei dettagli.

Nessuna indicazion­e né su chi sia l’autore della crosta (si sospetta una mano cinese, visto che Schultz ha una galleria affiliata anche a Pechino), né dove attualment­e si trovi l’originale.

Silenzio totale da parte di Richter, che proprio ieri è stato per il sedicesimo anno consecutiv­o indicato come «l’artista più importante del mondo» nell’annuale classifica di Kunstkompa­ss. Al secondo posto è l’americano Bruce Nauman, al terzo il tedesco George Baselitz, poi nell’ordine un’altra tedesca, Rosemarie Trockel; l’americana Cindy Sherman e l’inglese Tony Kragg.

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Il quadro di Gerhard Richter
(705-2), dipinto nel 1989 usando una spatola e non il pennello per spalmare il colore sulla tela. Nel falso invece l’effetto spatola è stato creato con il pennello: dettaglio saltato agli occhi del direttore dell’archivio Richter
Il dipinto Il quadro di Gerhard Richter (705-2), dipinto nel 1989 usando una spatola e non il pennello per spalmare il colore sulla tela. Nel falso invece l’effetto spatola è stato creato con il pennello: dettaglio saltato agli occhi del direttore dell’archivio Richter
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Mercante d’arte Michael Schultz, 67 anni

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