«Guardo il mondo da 54 metri sopra all’albero di maestra»
Il tenente di vascello Valeria Di Manto, 38 anni, di Frosinone, ha ereditato la sua passione dal padre Alfonso, sottufficiale di Marina in pensione. «Avevo solo 3 anni — racconta Valeria — e quando lo vedevo partire in missione, con la divisa bianca, il cuore mi batteva a mille». Papà Alfonso conobbe quella che sarebbe diventata nel 1979 sua moglie, la signora Maria Antonietta, quand’era di stanza a La Spezia. Così nacque Valeria, che di quegli anni ha ancora una foto in cui si vede lei piccolissima seduta sulla sedia del comandante della fregata Scirocco. Ed eccola, allora, nel 2003 all’accademia navale di Livorno. Come si può spiegare questa passione? «Semplice — dice il tenente Di Manto —. Quando sei arrampicata sul controvelaccio di dritta dell’albero di maestra, a 54 metri d’altezza, e ti sembra di volare, non hai per niente paura e anzi da lassù il mondo ti appare fantastico...». Anche il suo compagno di vita è un marinaio, si chiama Alberto, sottocapo di prima scelto: «Abbiamo un bambino di 2 anni, Filiberto — continua il tenente —. Un nome da ammiraglio? Beh sicuramente ho in mente qualcosa per lui: è biondo con gli occhi azzurri. Secondo me, sto scherzando, ha un futuro da Ufficiale e gentiluomo, film che avrò visto cento volte...». Per fare questo lavoro, conclude, «non bisogna essere troppo attaccati al luogo di nascita, devi avere spirito d’avventura, essere curioso del mondo». Lei si è addestrata a lungo, per anni, sulla nave Vespucci, sulla San Giusto e la Garibaldi. Ma quella che preferisce, confessa, è la Cavour, la gigantesca portaerei ancorata a Taranto: «La amo».
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